Mi aggrappai al letto silenziosa. Il mondo ruotava attorno a me, sfocando le pareti in volti strani. I denti azzannarono le mie labbra rilasciandole poi lentamente. Avevo paura? Cos'è la paura? Marco afferrò il mio braccio. Colta da un impeto inaudito credetti di voltare il viso verso di lui. Gli occhi però, non lo videro minimamente. Deglutii a forza e udìì un gemito dalla mia gola, ma forse non era la mia. Sollevai a stento l'indice legnoso. Sentivo ancora le mani, buon segno. Uno strato di brina, alternato a fuoco, parvero attanagliarmi il petto. "è la fine", pensai. Nemmeno la morte però volle avermi a sè in quello stato. L'unghia del pollice tentò di scavarsi un tunnel nel materasso. Voleva fuggire? Riuscì solo a lambirlo lievemente. Marco mi baciò la fronte. La corrugai. Si stese su di me.
I volti alle pareti si tramutarono in onde tumultuose.
Il mio vestito osservava pietoso dallo schienale della sedia.