Io per una vita ho avuto un sogno ricorrente, quello di volare. Ma non su un dirigibile, un aereo, o qualsivoglia altra macchina, volare così come siamo, alla "Nembo kid", per intendersi. In subordine spiccare balzi poderosi che, comunque, mi librassero nell'aria. Cosa significasse non so (chiedo aiuto a chi più esperto di me) ma, credo, avesse qualcosa a che fare con l'affermazione del sè, quel librarsi nell'aria voleva simboleggiare emergere dall'anonimato con un sapore tipicamente adolescenziale (infatti la maggior parte delle volte era legata a quei tempi).
Oggi invece tutti noi voliamo spessissimo, minimo un paio di volte l'anno, perchè costa di meno (posso cogliere l'occasione per ringraziare pubblicamente l'inventore dei low cost?) ed è spesso il mezzo più comodo e veloce. La cosa tragica è che lo facciamo senza piena consapevolezza dell'atto straordinario che stiamo compiendo, precluso ai miliardi di nostri simili vissuti fino a pochi anni fa.
Ricordo una domanda di Trivial Pursuit che ritengo geniale (a livello dei Fratelli Marx, il massimo) cosa stanno facendo contro natura circa 500mila tra i nostri simili?. Un saluto forte.
Rubio
p.s. Faber dai che vai forte! R.