Passavo da quella via tante volte per ritornare a casa. Ormai conoscevo ogni casa, ogni albero o buca nella strada. Un giorno come un altro proprio lì di fronte al panificio di Marco e accanto ad un Laboratorio di analisi, un gran movimento di scavatori. “Chissà che faranno adesso, su questa strada” dissi tra me e me con la curiosità tipica di una donna.
Tiravo ad indovinare, e quando fui sicura della risposta dissi: ecco un bel negozio di arredi moderni.
La gente intorno si mise a ridere: ma quale arredi, quello è il ferramenta di Russo!
E così ancora più curiosa in un giorno senza molto da fare, entrai a visitare quel negozio. Le porte scorrevoli si aprirono al mio passaggio e un odore di nuovo mi accolse. Tutti uomini lì dentro, il ferramenta si sa è come un barbiere e la presenza di una donna in un luogo simile equivale a profanarlo.
In verità mi sembrava d'esser profanata io che in tanti anni speravo in un misero impiego, mentre Russo si era fatto i soldi e un gran negozio. La moglie con le unghie laccate, di quelle che si usano adesso e che durano un mese, con i suoi capelli a schiaffo e di un colore rosso arancio mi chiese se poteva essermi d'aiuto. “Sì, grazie, mi occorrono 4 sacchi per la spazzatura”. Lei allora si rivolse ad un ragazzo ripetendo la mia richiesta con fare distaccato, e poi con le sue unghie rifatte e senza alzar gli occhi dalla cassa, mi disse il prezzo.
Uscii da quel negozio a testa alta e con i miei sacchi della spazzatura quasi avessi sottobraccio un tesoro.