Autore Topic: "Il profumo nel mondo antico"  (Letto 668 volte)

Doxa

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"Il profumo nel mondo antico"
« il: Aprile 28, 2020, 21:09:53 »
Giuseppe Squillace, docente nell’Università della Calabria, ha recentemente pubblicato il libro titolato: “Il profumo nel mondo antico”. In questo testo, edito dalla Olschki,  c’è anche la traduzione in lingua italiana del breve trattato “Sugli odori”, del filosofo e botanico greco Teofrasto  (371 a. C. – 287 a. C.),  discepolo di Platone e di Aristotele, a cui succedette  nella direzione del Liceo (il peripato) nel 322 a. C.  e vi rimase per 35 anni, fino alla morte.

Teofrasto affrontò per  primo  il tema della composizione di un profumo (“combinazione delle essenze”) e della sua creazione dal punto di vista artistico.

Nel paragrafo 45 del suo saggio “Sugli odori” Teofrasto scrive: “ a quanti indagano sulla proprietà dei profumi potrebbe apparire strano quanto avviene con il “rhodinon”. Sebbene sia più leggero e debole, riesce a sopraffare le altre fragranze delle quali una persona si sia in precedenza cosparsa. I profumieri usano ungere col rhodinon i clienti indecisi e intenzionati a non acquistare nulla da loro, affinché essi non riescano a sentire alcunché dai profumieri concorrenti”. 

Nel  citato libro del professor Squillace ci sono anche brani di  altri autori greci ma anche  latini, i nomi di  antichi profumieri, l’elenco degli ingredienti-base delle fragranze, i metodi di estrazione delle essenze, i ‘segreti del mestiere’, le vie delle spezie. Un insieme di informazioni  interessanti che idealmente portano il lettore in paesi come l’Armenia, l’Arabia e l’India, terre ricche di aromi e in grado di affascinare lo stesso Alessandro Magno che, proprio nel profumo, riconobbe un elemento caratterizzante dell’essere re.

La prefazione  al libro di Squillace l’ha scritta Lorenzo Villoresi, noto creatore di fragranze.

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Re:"Il profumo nel mondo antico"
« Risposta #1 il: Aprile 28, 2020, 21:13:07 »
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Nell’antichità incenso, mirra, nardo, rosa, zafferano, maggiorana, cardamomo, cinnamomo, cassia ed altri furono gli ingredienti di fragranze preziose come l’Aegyption, il Megallion, il Panathenaicum create dall’arte dei profumieri e  usate da famiglie benestanti perché i costi erano elevati.

Per quanto riguarda l’incenso,  deriva da resine prodotte da alcune piante e nel passato veniva commerciato in forma di  granuli.  Bruciati, emettono sostanze odorose.


Incenso in grani

Numerose popolazioni utilizzavano l’incenso nel culto pubblico e privato. In epoca romana nel culto domestico  veniva offerto ai Lares familiares:  l’incenso veniva fatto  ardere in bracieri di varia grandezza (focus, turibulum).

Gli antichi Greci l’incenso lo chiamavano “libanos”, i Romani “incensum” (participio passato neutro sostantivato di “incedere”).

I cristiani cominciarono ad effonderlo nelle liturgie dalla seconda metà del IV secolo.

Nel Medioevo, verso la fine del primo millennio, i fedeli cominciarono ad assistere all’incensazione dell’altare, delle reliquie, del sacerdote, dei fedeli, di oggetti venerabili: Vangelo, immagine sacre, candele, palme, ecc..

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Re:"Il profumo nel mondo antico"
« Risposta #2 il: Aprile 28, 2020, 21:17:54 »
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Nell’Antico Testamento l’incenso è citato molte volte.

Il libro dell’Esodo narra che Dio ordinò a Mosè di costruire un altare speciale riservato all'incenso per il culto divino (30,1-10).

Dallo stesso libro si apprende che l'incenso veniva bruciato ogni mattina e ogni sera come sacrificio di lode (Esodo 30,7-8).

Il profumo d'incenso simboleggia la preghiera del credente: questa, simile al fumo, sale verso il cielo, dove  c’è Dio.

Salmo 141, 2: “La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera”.

Giuditta prima di tagliare la testa ad Oloferne, personificazione simbolica del male, invocò l'aiuto del Signore “nell'ora in cui nel Tempio di Dio  veniva offerto l'incenso della sera” (Giud 9,1).

L'incenso si usava anche per i riti di espiazione: a Gerusalemme, nella ricorrenza annuale dell'Espiazione (Yom Kippur), il sommo sacerdote, dopo aver oltrepassato il velo del tempio, entrava con l'incensiere nel Santo dei Santi per bruciarvi “due manciate d'incenso aromatico fine…” (Levitico 16,12-13).

Uno dei peccati fondamentali del popolo d'Israele fu il peccato d'idolatria:  consisteva nel bruciare incenso alle divinità pagane: “Sulle terrazze si offriva incenso a Baal e si facevano libagioni agli altri dèi per provocarmi” (Ger 32, 29; 11,12; 18,15; 44, 2-3). La stessa denuncia profetica è frequente nei libri storici, in particolare nei libri dei Re e delle Cronache, che accusano i re d'Israele di idolatria, peccato che contagiava anche il popolo: “Egli bruciò incenso nella valle di Ben-Innòm.... Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde (2 Cr 8,3-4; cfr. 1 Re 12,13; 2Re 12,4).

Nei libri sapienziali l'incenso è uno dei sette profumi che descrivono la Sapienza (Sir 24,15).

Il profeta Isaia (60, 6) annuncia che “… tutti verranno da Saba, portando oro e incenso…”. Questo versetto fu ripreso nel Nuovo Testamento dall’evangelista Matteo, che scrisse:  I Magi “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2, 11).

Anche nel Vangelo di Luca è citato l’incenso:  “Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso (1, 8 – 11).

Comunque per quanto riguarda i profumi il  libro più citato  è il “Cantico dei cantici”, in cui due innamorati si cercano e si attraggono “sopra i monti degli aromi” e nel terzo poema  viene citato anche l’incenso: “Chi sta salendo dal deserto / come una colonna di fumo, / esalando profumo di mirra e d’incenso / e d’ogni polvere di mercanti? (3, 6).

Nel nostro tempo l’incenso viene ancora usato nelle chiese per alcune funzioni liturgiche, in particolare nelle messe solenni.