Autore Topic: Dall'inquieto risveglio  (Letto 1810 volte)

albertogiulini

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Dall'inquieto risveglio
« il: Dicembre 05, 2011, 09:40:48 »
Stimo davvero un geniale scienziato, statunitense di origine nipponica, Michio Kaku, uno dei fisici
dell'impossibile (almeno rispetto al qui ed ora). Ho seguito tanti programmi che il prof Kaku dai canuti e folti capelli, conduce con somma maestrìa ed altrettanta umiltà su alcuni canali alternativi rispetto agli usuali.

Poi: siccome mi sento io stesso uno scienziato (non importa se molto dilettante) del tipo "ignoto" archeo-astronomo, proprio anche attraverso la struttura ed il concepimento di diverse tra le più anomale mie poesie, avevo chiesto all'amica di Genova che ne ha lette tante a fine gennaio - presso un'apposita Stanza di fronte al Palazzo Ducale, di leggere anche, per piacere - a mo' di introduzione - una specie di manifesto di scienza neo-futurista (concepita appunto come autocoscienza), più alcuni versi del Nobel polacco Milosz; avevo ragione, poiché tra l'altro venerdì scorso... è apparsa su la Repubblica una pagina intera dedicata proprio a Milosz (scomparso anni fa all'età di 93 anni) - a firma dello stimabile Pietro Citati. Ero un po' restìo, invece, alla lettura delle mie, anche per il fatto che non ero presente, ché Epicuro mi aveva consigliato fin dai tempi antichi: "Finché puoi vivi nascosto"; inoltre mi è stato riferito che quel tardo pomeriggio pioveva molto, e faceva insomma un gran freddo; non si sapeva esattamente se qualcuno era rimasto là dentro ad ascoltare - perché
appassionato veramente di poesia o per ripararsi in quanto fuori diluviava. Infine ricordo sempre il bell'articolo di Giovanni Raboni: "::::::RIPOSI IN PACE LA POVERA POESIA::::::" che ci faceva presente quanto sia in fondo inutile la maggior parte delle letture di poesia (fatta per es., eccezione x Sermonti e Benigni/Dante, dico io)... Naturalmente ciò non toglie che la mia amica sia stata pur brava a osare di leggermi in un mondo "superficiale quanto ostile", date le mie idee assolutamente ribelli, o rivoluzionarie che dir si voglia rispetto
 allo statu quo; credo cmq che, particolarmente le mie poesie, vadano semmai lette in un dolente silenzio meditativo, tuttavia anche con uno spirito pieno di speranza per un prossimo futuro - dove ci sarà un connubio sempre più forte tra uomo-donna e macchina: dove i meccanismi cibernetici saranno appunto proprio sotto la nostra pelle - per aiutarci a superare le crisi del mondo attuale che così si va concludendo.

presenza

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #1 il: Dicembre 05, 2011, 12:04:39 »
"per aiutarci a superare le crisi del mondo attuale che così si va concludendo"

... allora che sia letta la tua poesia, e che possa risvegliare gli animi indolenti e abbrutiti!    

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #2 il: Dicembre 05, 2011, 17:58:23 »
Sì, sono  d'accordo  :rose:(sempre che interessi il mio genere di poesia):
    Sempre stremato
    ricomincio sempre
    da dove tutto è finito.

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #3 il: Dicembre 09, 2011, 15:19:26 »
Ho scritto 'abbastanza' lontano. Solo un creatore ci riesce, si chiami esso/a Emily Dickinson o Alda Merini, nella fatti-specie, o per es. Nazim Hikmet.
Gli appunti... saranno insieme o sparpagliati tra centinaia, migliaia di altri foglietti vaganti...Non ho un casino tanto nella testa, quanto in giro nella legge genetica del sangue rotatorio, un po' zingaro, degli antichi bivacchi fors'anche orgiastici.
 

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #4 il: Dicembre 09, 2011, 20:40:25 »
Ora dispiace tra l'altro che un Papa colto e profondo come quello attuale si sia messo addiritura "contro" un filosofo come Nietzsche, che è stato sempre un mito - o meglio una
leggenda - sia della mia adolescenza ribelle che della caustica maturità "inflessibile". Sarebbe come se qualcuno mi chiedesse di rinnegare Pitagora, Socrate, Rimbaud, o Garcìa Lorca; aggiungo Henry Miller, Van Gogh e Munch, Paul Klee e - perché no - Alberto Burri: tutti personaggi (ma ne ho al mio attivo moltissimi altri) sui quali benomale si è basato il mio nutrimento emotivo per decenni; e che tutt'ora rappresentano - almeno per quanto riguarda la mia privata sfera giammai omologabile - le mie vere autorità culturali e spirituali, proprio perché hanno testimoniato una tal visione incondizionata di indipendenza del puro pensiero - nel Suo eterno (per fortuna) manifestarsi.

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #5 il: Dicembre 11, 2011, 08:15:37 »
Penso ogni giorno a questa incredibile poesia "Belve che balzano attraverso i secoli" di Charles Bukowski:
 
"Van Gogh che scrive al fratello mandami dei colori
Hemingway che prova il fucile da caccia
Céline medico fallito
l'impossibilità di essere umani
Villon sbandito da Parigi perché è un ladro
Faulkner sbronzo nelle fogne della sua città
l'impossibilità di essere umani
Burroughs che ammazza la moglie con la pistola
Mailer che la accoltella
l'impossibilità di essere umani
Maupassant impazzito mentre fa canottaggio
Dostoevskij messo al muro per la fucilazione
Crane gettato da poppa di un battello addosso all'elica
l'impossibilità
Sylvia con la testa dentro al forno come una patata arrosto
Harry Crosby che salta dentro il Sele Nero
Lorca assassinato per la strada dalla milizia spagnola
l'impossibilità
Artaud seduto sulla panchina di un manicomio
Chatterton che beve veleno per topi
Shakespeare scopiazza
Beethoven con un cornetto acustico nell'orecchio
l'impossibilità l'impossibilità
Nietzsche completamente pazzo
l'impossibilità di essere umani
troppo umani
questo respiro
dentro e fuori
fuori e dentro
questi degenerati
questi vigliacchi
questi campioni
cagnacci matti della gloria
spostano questa briciolina di luce verso di
noi
nel modo più impossibile."

Fantastico Bukowski, uno dei miei poeti preferiti :rose:.

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #6 il: Dicembre 11, 2011, 14:58:19 »
E' pur vero che nella Bibbia sta scritto che è bene che l'uomo non stia troppo solo, e allora
 'gli mettono' accanto una donna e poi un animale (cane per es.); però la Bibbia, anche se è
 indubbiamente un testo sacro, probabilmente il testo sacro per eccellenza, appare un libro
 decisamente maschilista per l'antica mentalità dei popoli, oltretutto vicini-e-mediorientali;
 semmai, sussiste il 'rispetto' per la donna solo in quanto ineluttabile procreatrice di bimbi;
 altrimenti era vista e considerata una 'strega' disobbediente (al volere sia di Dio che degli
uomini) - un po'come lo fu la filosofa e martire Ipazia (il film su di lei è però riuscito solo in parte).
 Racconta padre Bianchi, priore del monastero pugliese di Bose: quando Tobia
 intraprese un lungo viaggio, era accompagnato sia dall'angelo (custode) che dal suo cane.
 

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #7 il: Dicembre 11, 2011, 23:11:06 »
Oscar Wilde è vissuto (soltanto) 46 anni, ed è morto a Parigi nel 1900, esattamente come il prussiano Nietzsche, a Weimar, che ne aveva però 56. Fa un certo effetto, anche a distanza di tanto tempo, guardare dall'esterno la camera d'albergo dove Wilde abitava nel suo periodo parigino: trent'anni fa mi portò colà la nota attrice V., che aveva girato un celebre film con Truffaut. Dopo sei mesi la nostra storia era già finita (d'altronde me l'aveva preannunciato anche il prof Steiner, testimone-gentiluomo e trafelato ambiguo by-night dalla "doppia" vita!). - V. girava poi per le strade innevate di Crans con le poesie d'amore di Neruda, ma forse non le comprese mai veramente (nonostante la sua intelligenza) perché era sempre in posa. -  A Salisburgo mi pagò il biglietto d'aereo "convincendomi" a tornare in Italia qualche giorno prima di lei, perché si vergognava a farsi vedere in pubblico con me (data anche la nostra differenza d'età?): cmq non gliel'ho perdonato.

albertogiulini

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Re: Dall'inquieto risveglio
« Risposta #8 il: Dicembre 13, 2011, 19:47:43 »
Non ho mai capito perché così tanta gente desidera scrivere, dipingere ecc. - Questa epoca di cultura di massa ad oltranza non può portare da nessuna parte. Se fossero vivi Nietzsche ed Ezra Pound, Schopenhauer e Heidegger, credo proprio mi darebbero ragione. Ma io non voglio né avere ragione né sentirmi troppo impopolare; mi sento in modo semplice e complicato al contempo, vicino al giovane suicida Kurt Cobain ma anche, da sempre a Majakovskij ed Esenin, a Ce Pavese, nonostante questo scrittore oggi non sia considerato tanto quanto il suo conterraneo autore del Partigiano Jhonny;
ma io sono cresciuto col bellissimo Mestiere di vivere di Pavese, non ci posso fare niente: mi è intellettualmente congenito, fino alla fine dei giorni.  

Se scrivono in così tanti, pensò C.B., rivolgendosi al suo cane, non scriverò più io; in fondo lo stanno già facendo troppo i servi, al nostro posto...
« Ultima modifica: Dicembre 13, 2011, 23:20:58 da albertogiulini »