Se Nietzsche scriveva: "O uomo ascolta, che dice mezzanotte fonda? Ah, io dormivo, dormivo: da un sogno fondo mi sono svegliato. Profondo è il mondo, profondo il mio dolore, e più profondo che il giorno lo pensasse...", ------ mi permetto di andare avanti a scrivere di mio pugno (poiché mi accorgo che le poesie che scrissi venti o trent'anni fa erano molto in anticipo sui tempi, e cominciano solo ora ad essere appena un po' comprese dalle più disparate persone (non tanto dai cosiddetti addetti ai lavori,
poiché in realtà basta che i fruitori siano anime sensibili e ben disposte, quel minimo, al rinnovamento spirituale cosmicamente in atto - e tutto quanto il resto). - Mah, penso sempre al ragazzo dai piedi di vento, che passò a piedi le Alpi come Annibale col suo esercito, nel freddo invernale, e giunse fino a Milano dove fu raccolto più che stremato in piazza del Duomo, da un buon uomo (o donna che fosse, non si sa) evidentemente colpito da quei bellissimi occhi azzurri desolatamente estremi - e portato per una notte in una ignota casa milanese... Prima che ripartisse, un minimo rifocillato, e sempre a piedi per Livorno - Puglia - imbarcato fino al Canale di Suez - Abissinia ecc... Mentre a Parigi il suo ex compagno Verlaine coniava il termine "poeta maledetto"...
Alla memoria di
Arth Rimb:
...Non resta traccia di nessuna parola
Non resta traccia di bocche in un bacio
Non resta traccia della gazza col gioiello nel becco;
ma resta per me traccia - solo di un Solitario
che sognò un risveglio.