Stupita di vedermi dottoressa? - Allungò quindi una mano e le toccò sfacciatamente il seno. - Mi perdoni, è da un anno che desideravo farlo, da quando... - Un ombra lo fece voltare di scatto. Il palestrato dietro il quale aveva cercato scampo la donna lo stava attaccando. Il bisturi luccicò alla luce delle lampade. - Non toccarla bastardo...non toccarla! - L'affilatissima lama gli lacerò appena la manica della giacca. Nello slancio l'uomo perse l'equilibrio rovinando rumorosamente accanto al cadavere del collega. Nel contatto il bisturi gli sfuggì di mano ed egli fu lestissimo ad appropriarsene. Lo puntò quindi deciso alla gola del medico. - Qualcun altro che voglia fare il furbo? - Fu un avvertimento inutile, nessuno dei presenti aveva mosso un passo. Quindi rivolse di nuovo l'attenzione all'uomo che teneva per i capelli ma si rivolse alla donna. - Dottoressa Pascal, lei mi delude. Non mi dica che si fa trombare da questo pallone gonfiato, non ci credo. Scommetto che l'unica cosa gonfia che non ha è proprio ciò che penso io. - Con una mossa repentina tranciò di netto la cintura dell'altro. - Fermo! - La voce stridula della dottoressa lo bloccò, il bisturi tornò minacciosamente ad appoggiarsi alla gola dell'uomo a terra. - Allora non è il suo boy vero? - La donna iniziò ad annuire con veemenza. - Bene... allora se è così... - La lama del bisturi affondò con un rumore agghiacciante nell'occhio destro dell'uomo. Un istante dopo anche il sinistro fece la stessa fine. Un giovane medico vomitò la colazione mentre la dottoressa Pascal svenne accasciandosi sul ripiano della scrivania. L'urlo dell'uomo fu terrificante e rimbombò per tutta la sala. Lo squarcio che egli gli praticò tranciandogli la carotide lo smorzò di colpo. Alzandosi con calma fissò l'uomo ormai cadavere. - Non lo sapevi che masturbarsi troppo provoca le cecità? - La risata gli uscì sguaiata e terribile provocando ulteriori brividi nelle persone rimaste. Alcune voci risuonarono al di la della porta sprangata. Ordini secchi, precisi. Si voltò verso i medici che lo fissarono con espressioni differenti, ma con un unico comune denominatore...paura...terrore. - Bene... - Disse avanzando verso di loro. - Sembra che sia arrivata la cavalleria...non preoccupatevi...tu! - Disse rivolgendosi al giovane che aveva vomitato. - Apri quella porta e fai entrare tutti...veloce! - Questi non se lo fece ripetere due volte e, nel giro di trenta secondi, dopo aver chiuso a chiave la porta interna egli rimase solo con la dottoressa Pascal ancora svenuta sulla scrivania. - Chiunque tu sia la dentro...sono l'ispettore Salandra, ti chiedo di uscire con le mani bene in vista e di lasciar libere le persone che sono con te. - La voce gli giunse come da lontano, ormai era arrivato al culmine. Si portò sopra la donna e, delicatamente, le scoprì l'abbondante seno. Avvicinò quindi le labbra tremanti ai capezzoli e si preparò a morderli con passione. Un colpo violentissimo rimbombò di nuovo nella sala. - Signor Marani...signor Marani...che succede! Ma che voleva fare... - La dottoressa Pascal sorrise e aiutò l'uomo ad alzarsi e a rimettersi nel letto, era privo d'entrambe le braccia. - Quante volte glielo devo ripetere signor Marani, se desidera qualcosa non deve far altro che usare il microfono che ha al collo. - Dopo aver dato un'occhiata alla cartella clinica gli sorrise di nuovo. - Tutto a posto? Si è fatto male? - Marani scosse la testa in segno di diniego. - Bene, allora vado...buonanotte signor Marani... -Osservò il seno della giovane donna sobbalzare mentre lasciava la stanza. Rimasto solo iniziò a piangere, lo faceva tutte le sere. Ripensò a quel giorno maledetto. Stava tagliando un albero d'alto fusto con una potente motosega. Non ricordò quale fu l'errore che fece, ricordò solo che la pericolosissima lama gli troncò quasi del tutto il braccio sinistro. Nonostante il dolore lancinante cercò, stupidamente, di arrestare la macchina che, come impazzita, roteava intorno al suo corpo. Fu la sua fine. Un secondo colpo gli mozzò anche il braccio destro all'altezza del gomito. Poi la motosega s'arrestò di colpo.