Leggevo in questi giorni di una giovane volontaria del Peace Corps in Burkina Faso, la quale percorrendo in bicicletta una strada di campagna aveva urtato contro un dosso, era caduta e la sua bicicletta si era rotta. Qualche minuto dopo un passante non solo si ferma ma, la traina con la sua bicicletta. Immagino la scena e soprattutto la povertà di un paese nel quale il senso del dare realmente non ha un cartellino del prezzo.
Noi qui non si fa altro che pretendere, chiedere e quando sembra che si stia donando, in realtà dietro al dono c'è una richiesta: ti do, ma tu devi ripagare. Ora mi sei debitore”.
E' libertà di donare questa, o il ripiegamento di un cuore che vuole qualcosa in cambio?
Leggo: ogni volta che ci scopriamo ad avere una qualche forma di reazione dopo aver dato denaro, oggetti, tempo, attenzione, perfino amore, e non aver ricevuto qualcosa in cambio, abbiamo la riprova che c'era un cartellino del prezzo.
E mi spaventa che tutto anche l'amore voglia sempre qualcosa in cambio...