L’immaginazione è una funzione cognitiva indispensabile in ogni ambito delle nostre attività mentali, per esempio quando attraversiamo la strada è utile capire (immaginare) la velocità delle automobili in arrivo.
Nell’interazione interpersonale usiamo l’immaginazione per comprendere meglio i comportamenti degli altri ma anche per usare migliori strategie nel rapportarci con loro. Questa abilità è denominata “perspective taking”.
Per quanto riguarda l’immagine corporea, la rappresentazione che ci formiamo nella mente del nostro aspetto fisico deriva dalle informazioni provenienti dai diversi tipi di recettori sensoriali che dalla periferia del corpo raggiungono la corteccia cerebrale e vengono sintetizzati dal sistema nervoso centrale. Ma le informazioni sensoriali non bastano. Vengono integrate da altre: i fattori socio-ambientali, le esperienze, l’autostima ecc..
La costruzione mentale della propria immagine corporea comincia fin dai primi mesi di vita. Poi, negli anni dell’adolescenza l’immagine viene modificata dai cambiamenti fisici.
L'adolescente costruisce una sua immagine ideale osservando il proprio corpo con quello dei pari, confrontandosi con persone che egli fisicamente ammira, segue le indicazioni che il suo ambiente culturale dà sulla bellezza e la prestanza fisica.
Anche l’influenza di amici e conoscenti ha un peso importante, soprattutto nel periodo dell’adolescenza, quando essere considerati attraenti significa maggiore accettazione dagli altri.
Le crisi adolescenziali sono fisiologiche e spesso basate sull’insoddisfazione del proprio aspetto fisico, da cui scaturisce la conflittualità tra l'immagine corporea e quella ideale, connessa con i valori sociali e le influenze culturali.
E’ notevole l’influenza dei mass media sullo sviluppo dei disturbi dell’immagine corporea. I mezzi di comunicazione di massa mostrano ideali di bellezza che si discostano dalla media della popolazione e generano l’insoddisfazione di sé. La consideriamo inadeguata rispetto ai modelli socialmente proposti. Ci vediamo con dei difetti e, se si può, tentiamo di eliminarli o nasconderli tramite diete, esercizi ginnici, la cosmesi od interventi di chirurgia estetica.
Nella maggior parte dei casi questa conflittualità termina quando l'adolescente accetta la sua identità, anche sessuale, e c'è la fusione dei due tipi di immagine.
Se il contrasto tra immagine corporea e l’immagine ideale persiste il conflitto diventa problematico.
Tutti, giovani e meno giovani, vorrebbero essere belli, fisicamente perfetti, ma la natura è indifferente ai nostri desideri.
L’immagine corporea femminile subisce modifiche anche durante la gravidanza. Per nove mesi l’organismo si adatta alla gestazione, e di solito c’è l’accettazione del cambiamento nella forma fisica.
La non accettazione della propria immagine corporea può creare conseguenze psicosomatiche e gravi problemi con l’alimentazione, come la bulimia e l’anoressia. L’anoressica usa il corpo come campo di battaglia tra psiche e soma, considera il suo corpo o una parte di esso come un persecutore da controllare.
I disturbi dell’immagine corporea coinvolgono la percezione, le emozioni, la parte cognitiva, il comportamento, possono assumere forme differenti.
Dal punto di vista cognitivo i disturbi dell’immagine di sé compaiono quando si hanno aspettative irrealistiche. La difficoltà ad accettare la propria immagine può generare sfiducia, vergogna, tristezza, ansia, sottovalutazione delle proprie potenzialità e progressivo isolamento sociale per evitare l’evitamento delle situazioni in cui il proprio aspetto può essere sottoposto allo sguardo ed al giudizio altrui.