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« il: Novembre 04, 2013, 22:55:39 »
Caro amore mio, il primo, il più importante,
insieme abbiamo inventato il gioco del "ti ricordi?", o forse esisteva già e noi lo abbiamo reso nostro. Amavamo giocare a rincorrerci sulla sabbia sottile, e quando riuscivi a raggiungermi, mi prendevi tra le tue braccia più forti delle mie, e mi gettavi nell'acqua fresca e limpida. Poi mi abbracciavi e con quel sorriso che avrebbe sciolto chiunque, anche un orso polare come me, mi guardavi dicendomi: -questo è uno di quei momenti che vanno nel nostro "ti ricordi?", perchè sono felice e mi sento sazio.- Ti guardavo un pò stranita e ti chiedevo il significato dell'ultima parola, come una bambina, che arrivata da poco alle elementari, deve ancora prendere dimestichezza con le doppie e la sillaba 'zio'. Tu, allora, ti intenerivi e mi spiegavi con pazienza che ti sentivi sazio, sì, proprio sazio di me e dell'amore che provavi. Perchè l'amore, per te era essere completi, trovare la metà della mela. Per me, invece, l'amore eri tu. non riuscivo a pensare che potesse avere altri significati, se non quello del tuo nome. Allora perchè lo hai fatto? Mi hai trovata sola e confusa, ma mi hai lasciata senza speranze e senza sogni. Me li hai scippati tu. Ora, su questo foglio, voglio rifare quel gioco che amavi tanto. Ti ricordi quel caldo giorno di giugno? Il sole iniziava a scottare nonostante fossimo a inizio mese, ma io avevo la sciarpa per colpa di quel terribile mal di gola. Tu stavi camminando con un libro in mano. Ti ricordi quale libro era? Io si, perchè è, anzi, era il mio libro preferito. Invece, io avevo in mano quello stupido testo di chimica. Avevo scelto quella panchina per l'ombra che offriva quella quercia. Per poter studiare in tranquillità per l’ultima interrogazione, tu solo perché c’ero io. Mi avevi vista di sfuggita al bar sotto casa mia, a quella libreria che aveva tutti i libri della mia autrice preferita, ed una volta persino dal fruttivendolo all’angolo. Mi guardavi di sottecchi senza farti notare. Avevi paura di ciò che provavi, dell’amore! Non te l’ho mai confessato, ma quella paura l’avevo anch’io. E da quella mattina, da quando ti sei seduto accanto a me ed abbiamo iniziato a parlare, la paura l’abbiamo sconfitta insieme. Ti ricordi la nostra prima uscita? Eravamo imbarazzatissimi perché non sapevamo cosa dire, cosa fare… però è bastato guardarci negli occhi e scoppiare in una risata per rilassarci e capire che insieme potevamo essere noi stessi. E il nostro primo bacio lo ricordi? Eravamo davanti alla panchina del primo vero incontro. È stato bellissimo, dolce e naturale. Ti ricordi tutti i nostri pomeriggi insieme? Quando dovevamo studiare e invece ci ritrovavamo a parlare del nostro futuro, a progettarlo insieme. Ed era stupido. Avevamo io 16 e tu 18 anni, troppo poco per pensare a cosa ci aspettasse, eppure eravamo convinti che quel momento sarebbe durato per sempre. Continuerei all’infinito con questo stupido gioco che amavamo. Ci aiutava a tenere a mente i momenti migliori durante le difficoltà, ma concluderò questa lettera con un ultimo “Ti ricordi?”. Ti ricordi le lacrime che scendevano sul mio volto quando mi hai detto che non mi volevi più e che forse il nostro amore era solo un’illusione, che non provavi niente? Io si. Ricordo anche che mi hai ridato il bracciale in cuoio con le nostre iniziali, e ricordo anche che il giorno dopo sono andata a casa tua ed è stata proprio tua madre ad aprirmi il portone blu e bianco, e con la sua tristezza contagiosa mi disse che eri partito per l’Australia. Mi disse che saresti tornato due anni dopo. Mi confessò che mi avevi lasciata solo per non farmi soffrire, non volevi che vivessi una relazione a distanza a 18 anni. Sapevi che in due anni saremmo cambiati e tu volevi cambiare solo insieme a me, solo per me. Ho deciso di scrivere, di raccontarmi, di raccontarci, quando ti ho visto con lei. Tu odiavi le bionde, preferivi i miei difetti alle modelle, preferivi i miei occhi che un giorno sono verdi ed uno grigi ai suoi blu. Un blu gelido che non riconoscono i tuoi occhi nocciola. Non conoscono la tua anima. Probabilmente appena avrò finito di scrivere, brucerò questa lettera e con lei tutti i nostri giorni, tutti i nostri sorrisi, tutti i nostri sospiri condivisi. Però non potrò bruciare la delusione che provo in questo momento.
Un bacio sulle tue labbra, l’ultimo
La tua piccina