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Post - antonio

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                                                                                                     SOGNI

Amico degli amici è per il vero
anche se un pò piagnucolone
non fa della sua vita un gran  mistero
poiché confida nell'altrui comprensione

buone d'animo e d'indole  gioviale
seppur lamenta strane malattie
lesto a lavorar appare tale
se intorno non vi sono compagnie

fatta questa debita premessa
sulla figura umana del soggetto
vi ho da riferire qualche altra cosa
prima di porre il lapis nel cassetto

bisogna che sappiate in prima istanza
che lui il nostro amico è un giocatore
peraltro devo dir con riverenza
che sa usare a modo il suo sapere

col toto egli insegue ormai da anni
qualcosa che è soltanto una chimera
chissà se un giorno dopo tanti affanni
riesce a realizzare un sogno vero

ecco che un mattino sorridendo
con l'espressione piena di se stesso
s'affaccia sotto l'uscio canticchiando
sembra vedere un'uomo di successo

e sbandierando in mano una schedina
grida a squarciagola che ha vinto
"ho fatto tredici, son ricco stamattina"
e vede tutto il mondo variopinto

cosi manifestando il suo pensiero
si sente un uomo già realizzato
Ahimè si sveglia, non è niente vero
avea solamente tutto sognato

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Laboratorio di scrittura creativa / Re:A volte tornano.
« il: Novembre 03, 2012, 04:01:03 »
mi scuso con tutti gli amici zammiani, ho pubblicato erroneamente un scritto già pubblicato, un errore di copia e incolla. Mi scuso ancora soprattutto con presenza al quale , senza cattiveria, avevo diagnosticato un deja vù. Ciao amici al prossimo racconto.

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Presentazioni / Re:Ciao mi chiamo Antonio e sono un nuovo zammiano
« il: Novembre 02, 2012, 21:14:01 »
 Ciao ,benvenuto e soprattutto auguri per il tuo avvenire che sia  il più roseo e pieno delle soddisfazione che auspichi.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Er diamante e lo zircone
« il: Ottobre 01, 2012, 21:07:34 »
il dialetto, in particolare il romano, imprime qualcosa di magico alla poesia. Mi piace  molto. complimenti.

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Anch'io Scrivo poesia! / AMORI
« il: Ottobre 01, 2012, 21:02:54 »
lento e maestoso il tuo incedere sull'irto sentiero,
s'ode il crepitio delle foglie torturate da passi pesanti,
profumo di muschio selvatico s'addensa nell'aria
di un pomeriggio ottobrino.
alzi alto lo sguardo laddove   la cima del monte
già innevato  pare amoreggiare  con le nuvole
arresti il passo per inebriarti da cotanta bellezza
chiudi gli occhi e ti lasci librare nel tempo passato.
vivi un effímero momento di estasi onirica che ti riporta
a momenti vissuti, all'amore perduto per sempre
mentre la neve, iniziata a cadere lenta leggera,
spinta da un lieve vento da nord, si leva in volo.
attimi di forte tensione emotiva fanno sussultare l'anima
quando la mente non recede da  visioni ondulate  ma chiare
quando l'immagine di quell'amore rimane sospeso vicino agli occhi
e per un attimo credi di sfiorare con le mani, corpo e mente.
l'anima si plaga, il cuore riprende il suo ordinario cammino
la neve lentamente scema, un bagliore di luce all'orizzonte
rischiara la vetta maestosa da dove la sua ombra guida i tuoi passi
un sorriso affiora sulle labbra ,uno sguardo accondiscendente,
una mimica  facciale trasporta i tuoi diafani pensieri e sottolinea,
malgrado tutto,l'amore per la montagna che in un giorno ormai lontano
ha portato via un pezzo della tua vita .

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Anch'io Scrivo poesia! / d'improvviso la luce
« il: Settembre 24, 2012, 02:45:12 »
incontrarti, parlarti senza immaginare nel momento
quale metamorfosi si sarebbe instaurata nel mio quotidiano vivere
smuovendo sensazioni ed emozioni ormai sopiti;

occhi persi nel vuoto quando tento di agganciarli ai miei
lampi di rosso vermiglio accendono inconsciamente le tue gote
sguardi laterali ed intermittenti rifuggono il topico momento;

frasi smozzicate e spente come candele all'alba di un nuovo giorno
sorrisi abbozzati e lasciati sospesi pari a stelle fisse prive di luce
sottolineano il tuo essere donna di antico stampo;

impressioni da primo contatto che suscitano perplessità ed indifferenza,
innocenti ed inconsapevoli  chiusure frutto di un vissuto malinconico e piatto
che non lascia spazio a possibili  tentativi di approccio;

anni scivolati sull'onda di emozioni e passioni
hanno ridato vita ad una forte personalità latente, mai sopita,
caratterizzando l'esplosione di vera indole e voglia di vita;

pronta, saggia, riflessiva mai banale, ricca di espressioni eloquenti
che lasciano  trasparire  pensieri e dubbi del momento
donna priva ormai di castità mentale e turbamenti dialettici;

un'altra donna risorge dalle ceneri di un falò di contraddizioni e finti realismi
di verità masticate amaramente, di accondiscendenza mal digerita,
di decisioni condivisi senza volerle condividere;

nuova donna, stesso nome ma un sorriso diverso, un atteggiamento spavaldo,
voglia di urlare la propria indipendenza, vivere incondizionatamente la propria cultura
voglia di vivere giorno dopo giorno la propria libertà, la propria femminilità;

luce di un incantevole crepuscolo sull' orizzonte di rosso acceso, 
si riflette  sul tuo  profilo di donna, esaltandone il sorriso e la
ritrovata serenità di una persona  speciale.
 

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Pierrot
« il: Settembre 18, 2012, 00:21:17 »
essere se stessi sempre significa non dover mai fingere

antonio

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Anch'io Scrivo poesia! / a mia madre
« il: Settembre 18, 2012, 00:17:47 »
lenti si inseguono i passi sul selciato
abbracciando minuscoli frammenti di passato
riportandoli al presente più prossimo

lembi di terriccio si abbarbicano alle suole
come ricordi imprigionati in una cella
della più vasta area celebrale

raggi obliqui di un sole stanco
trafiggono lacerando mente e cuore
ultimando la loro corsa nell'infinito

ultimo tratto di un doloroso percorso
rende pesante il passo ed il respiro
spinto da un forte turbamento

fermo vicino alla tua ultima dimora
sfoglio col pensiero il diario dell'esistenza
abbraccio forte quell'immagine che non sbiadirà mai

ciao mamma

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Laboratorio di scrittura creativa / il segreto di Anna
« il: Settembre 12, 2012, 22:45:53 »
Era sera e  un'astenia totale ,dovuta probabilmente al troppo impegno lavorativo, mi colse d'improvviso. Decisi quindi di tornare a casa  per tentare di recuperare un minimo di vitalità , al fine di rendermi  presentabile  ma sopratutto dell'umore giusto per trascorrere con Anna una serata piena di allegria e, trattandosi del nostro primo incontro, nella segreta speranza che tale momento  avrebbe potuto innescare qualcosa di  molto più  importante della parola amicizia. Presi una doccia ristoratrice e mi distesi sul divano cercando un rilassamento totale. Spensi tutte le luci, tranne un piccolo abajour che proiettava l'ombra delle mie mani in un movimento di streaching, e cominciai a fantasticare su ciò che sarebbe  scaturito, di la a qualche ora, dall'incontro con Anna. Già, Anna. Una ragazza dalle normali fattezze fisiche ma dotata di una grandissima personalità associata ad una dolcezza infinita. Il suo sorriso si poteva associare ad un campo floreale nel quale tulipani ,violette e  fiori di camomilla rendevano manifesta una perenne primavera. Sempre allegra, malgrado la sua precarietà lavorativa, manifestava continuamente la propria disponibilità ad aiutare chi ne avesse avuto bisogno. Proiettava le sue energie verso i suoi alunni più bisognosi, dal punto di vista dell'apprendimento, concedendo anche, a titolo meramente gratuito, qualche lezione di ripasso .Ho conosciuto la "maestra" Anna, poco tempo prima , forse sette giorni, quando, a causa della mia separazione, avevo l'immensa gioia di accompagnare a scuola,  a settimane alterne, mio figlio Luca. Ebbi modo un  giorno di intrattenermi con lei, poiché voleva parlarmi di Luca, delle sue performance scolastiche ma in particolare delle sue intemperanze giovanili. Ascoltai con attenzione quanto mi stava dicendo ma, la concentrazione dopo pochi minuti cominciò a scemare. Non seguivo più la logica del discorso che stava intavolando e mi ritrovai smarrito, intento a guardarla, in modo intermittente, ora gli occhi e la loro espressione, poi la bocca dalla quale si sprigionavano parole ,certamente cadenzate e cariche di significato, ma che non riuscivo più a sentire. Mi congedai  con una stretta di mano ed un sorriso che lei ricambiò con infinita e naturale dolcezza. La incontrai a scuola  il giorno dopo e l'altro ancora. La sua immagine cominciava ad assumere forme e contorni di una certa dimensione, che la mia mente non riusciva a scacciare. Era diventata una icona indelebile. Una mattina con il pretesto di parlarle di un piccolo problema, legato ai compitini di Luca, la invitai per la fine lezione del giorno seguente e  qualora ne avesse avuto voglia, a sorseggiare un aperitivo . Prima ancora ch'io potessi realizzare un netto rifiuto, accettò l'invito. Mentre la fantasia aveva raggiunte sterminate praterie alla ricerca  del lieto fine, rinsavii di colpo e mi accorsi che era ora tarda. Mi preparai con cura, sistemai il mazzettino di fiori preventivamente acquistato, chiamai l'ascensore e mi ritrovai in strada. Decisi di percorrere a modo  di passeggiata quel breve tratto di strada che mi separava dal luogo prefissato. Finalmente la incontrai .Considerata la splendida serata, consumammo alternativamente marciapiedi e panchine parlando del vissuto quotidiano, del passato e sopratutto del futuro. Il suo futuro ,mi disse chiaramente, non contemplava la mia presenza ne altra per una scelta personale che non volle rivelare e che comunque non avrei capito . Dopo reiterate forme di chiusura ad ogni mio comprensibile "perché?" mi convinsi che quella sua amara decisione ,anche se non condivisa , doveva essere rispettata.Non andai oltre. L'accompagnai a casa, la salutai con un bacio sulla fronte e gli augurai tutto il bene possibile. Non ho mai saputo le cause che hanno determinato una così inflessibile presa di posizione ma, tutte le volte che il mio sguardo incontrava casualmente il suo, lei  era sempre sorridente.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La sedia di paglia
« il: Settembre 12, 2012, 16:37:02 »
  oltre alla sostanza, musica per le orecchie, mi piace la ricerca delle metafore  che rendono esplicita e gradevole la tua ode  bravo

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:inverno
« il: Settembre 12, 2012, 16:26:40 »
grazie

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Presentazioni / ciao
« il: Settembre 11, 2012, 23:33:46 »
ciao a tutti, mi chiamo Antonio e  vivo in provincia di Venezia.  Spero di  divertirmi  scambiando opinioni e critiche (in senso positivo) ma sopratutto sono convinto di riuscire ad  arricchire il mio lessico ed il mio modesto bagaglio letterale, leggendo tutti i vostri post. Un augurio di buona vita a tutti voi.

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Anch'io Scrivo poesia! / inverno
« il: Settembre 11, 2012, 23:17:19 »
Nasce il giorno sotto un cielo plumbeo
bagnato da una fitta  ed insistente  pioggia
che copiosa inonda  campi e strade

fischia impetuoso il vento fra le fronde
spogliando gli alberi dalle residue foglie
trascinandole nel suo cammino

sciami di ragazzi popolano  le strade
e racchiusi nei propri problemi
raggiungono mesti la scuola

un uomo provato dal peso della vita
insegue con affanno il primo autobus
diretto verso l'ignoto

s'odono lontano labili tocchi di campane
che annunciano ai non più giovani
la celebrazione della prima messa

triste malinconico giorno
si  abbatte come furia nell'anima
è arrivato l'inverno.

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Laboratorio di scrittura creativa / A volte tornano.
« il: Settembre 08, 2012, 00:39:22 »
Era una splendida mattina d'estate, il sole riscaldava l'aria in modo uniforme, rendendola irrespirabile. Il termometro alle dieci del mattino registrava una temperatura di quasi 35 gradi ed in lontananza, sulla strada, l'effetto ottico derivante dal gran caldo produceva nell'aria onde sinuose, imperfette, umide. L'asfalto appariva  una distesa d'acqua nella quale , considerate le circostanze, una eventuale immersione avrebbe prodotto un gran refrigerio. La vecchia 2 cavalli, sulla quale viaggiavo, cominciava a risentire del lungo viaggio ed in alcuni momenti sbuffava, manifestando la propria insofferenza. Un'area di servizio apparve quasi come un miraggio.Mi fermai. Sistemai la vecchia auto all'ombra di un grande platano; aprii il cofano motore allo scopo di farlo raffreddare e  mi parve di ascoltare, dal fondo del motore, un sentito ringraziamento per quell'effimero refrigerio concessogli. Mi avviai verso il punto di ristoro mettendo in modo, come una sorta di premio, i miei arti inferiori, ormai del tutto anchilosati dalla lunga permanenza in auto. Stavo per entrare, attraverso una porta girevole, nella sala ristorante quando i miei occhi scrutarono, nella parte diametralmente opposta alla mia, una figura femminile che non avrei mai pensato di rincontrare. Lei? Rivederla dopo tanti anni mi apparve come un sogno.Cercai di mimetizzarmi allo scopo di mettere meglio a fuoco quella figura e, sopratutto, capire, qualora si trattasse effettivamente di lei, se e con chi fosse accompagnata. Era lei, era Elvira  ed era sola. Dopo un breve conciliabolo con un dipendente del ristorante, si avviava chiavi in mano verso un auto parcheggiata appena fuori dal posto ristoro. Il cuore ebbe una accelerazione anomala, la sudorazione, ancorchè  abbondante per il gran caldo, assunse proporzioni estreme.Chi lo avrebbe immaginato, dopo quindici anni dal nostro, anzi dal mio unilaterale addio.  Comunque, ad ogni modo, non potevo farmi sfuggire l'occasione per porre rimedio alla cattiveria con la quale, ingiustamente e pretestuosamente mi separai da lei. Con il coraggio della paura di un'uomo consapevole dei propri errori, mi avvicinai mentre Elvira stava per aprire lo sportello della propria auto. Con voce flebile e labbra tremanti pronunciai il suo nome "Elvira". Mi aspettavo, come era d'altronde comprensibile che la mia presenza avrebbe creato in lei uno stato di alterazione, scaturente dal profondo rancore che lei potesse provare nei miei confronti. Ella, si volse, mi guardò attentamente con l'eloquenza del dubbio stampata sul volto, come  si osserva qualcuno che ritieni di aver conosciuto  un secolo prima. Continuò a guardarmi, mentre  mi tormentavo l'animo colpevole, poi d'un tratto mi disse "Giulio, sei tu? stentavo a riconoscerti". Ti sei lasciato crescere i baffi, e ...i tuoi capelli argentati. Giulio, continuò, che gioia rivederti dopo tanti anni. Prima ancora ch'io potessi parlare ed esternare la mia gioia, Elvira mi abbracciò e mi tenne stretto senza più parlare. Il suo respiro diventò irregolare ed i battiti del suo cuore erano ormai aldilà della norma di un corpo a riposo. Mi sentii ancora più colpevole e, tuttavia, cercai di non far trasparire l'imbarazzo, che  inevitabilmente covavo dentro di me.Lasciai invece che esplodesse l'altro sentimento di massima gioia nel rivedere una persona con la quale avevo condiviso momenti d'amore straordinari che rimangono indelebili nella mente e nel cuore. Tenendola stretta tentai di biascicare qualche parola, " che ero contento di averla reincontrata e complice la forte emozione non riuscivo a trovare le parole giuste per testimoniarle la mia gioia". La verità era un'altra. Mi sentivo talmente un verme per il trattamento che le avevo riservato quindici anni prima, che non riuscivo a guardarla negli occhi, in quei occhi bellissimi nei quali un tempo mi perdevo. Cercai un approccio diretto al problema per uscire dall'incubo in cui ero immerso.  Pregai Elvira di porre la sua attenzione su quanto stavo per dirle ed iniziai: "Prima ancora di conoscere come stai e tutto ciò che segue, desidero farti sapere che il mio comportamento al tempo è stato di un'uomo immaturo, pieno di paure e ......" non finii la frase in quanto con un sorriso senza confini mi disse: non parlare, non dire niente, non rovinare questo bellissimo momento, le parole non hanno più senso, tienimi stretta, non hai niente da farti perdonare, un giorno avremo modo di discutere su chi addebitare cosa, ora ho bisogno del tuo abbraccio , ho bisogno di respirarti, ho bisogno di te. Ho trascorso con lei il resto della mia vita, una vita che senza Elvira sarebbe stata vuota ed insignificante.Grazie di esistere.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:mi hanno parlato i suoi occhi
« il: Settembre 03, 2012, 16:09:38 »
 Espressione di una celata e consapevole forma malinconica legata ad un particolare momento della vita.

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