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Post - Leon8oo3

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: CIRCUS
« il: Luglio 31, 2012, 22:31:55 »
Mah! sarà...il tutto mi sembra piuttosto scontato. COme ho detto, ho capito pure io che era un allegoria, ma si fa una allegoria su qualcosa di esistente per cercare di spiegare forse qualcosa di imponderabile, forse...non so, non sono del tutto sicuro che la poesia sia, necessariamente, lo scazzo più totale. Ma come disse un tempo, i gusti non si discutono eccetera eccetera...
La vita, il filo, l'ombrello, i ricordi...fate come ve pare...


"che bisogno ho io, di abbeverare con il mio splendore il grembo dimagrato della terra?"

;)

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: CIRCUS
« il: Luglio 30, 2012, 20:45:56 »
Ma la cosa sarebbe ambientata in un circo oppure all'aperto (visto che c'è la luna)...??? :mah:

Prova ad aprire un ombrello dentro un circo e vedrai che il funambolo lo tirano giù a sassate...poi, il "ventaglio" (in genere si usa questo per controbilanciare il peso) lo usano quasi sempre le donne. Per giunta per gli esercizi "bassi".
Circo, altezza, luna, rischio e poi la drammatica scomparsa.
Tutti elementi visti parecchie volte, tenuti insieme da una buona struttura, tutto sommato.

Mi rendo conto che si tratta di una allegoria, ma non c'è nulla che deve risultare più credibile di una allegoria...altrimenti non funziona...

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Utenti di Zam
« il: Luglio 30, 2012, 13:34:29 »
Hai fatto bene a dire la tua...ma ovviamente non mi rivolgevo solo a te...

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Utenti di Zam
« il: Luglio 30, 2012, 12:56:00 »
Secondo me dovremmo smettere di fare il tiro al bersaglio su Nuvola. Tutto sommato se la cosa fosse rimasta limitata al nostro breve scambio di Vaffa, tutto sarebbe già finito.
Io in realtà, smentendo Micio, quando esprimo un giudizio uso il taglio che userei in una rivista. Cerco di renderlo divertente, interessante, a volte posso pure essere "arrogante". Ma tant'è, chi pubblica si espone anche al mio modo di interpretare, che mi viene naturale ma che comunque io cerco di guidare affinché il lettore, eventualmente, ci si possa divertire. Insomma, lo faccio come se fosse una recensione, dovrete ammettere che ci metto impegno, dedizione, amore. Adesso ditemi, cosa è meglio, avere un commento, che è comunque soggettivo, ma che parla profondamente del contenuto delle vostre opere, che ricerca una analisi, che cerca di riflettere sulla struttura e, contemporaneamente, cerca anche di essere di stimolo per chi scrive (ma la cosa è secondaria per me) oppure un "bravo, continua così  :rose:"... :rb: a me mi fa incazzicchiare, non i va giù!!! flapp
POi, io scrivo su questo forum per le persone che leggono, non ad esclusivo beneficio di chi scrive a sua volta. Alcuni li hanno letti, ma se solo potreste vedere le recensioni che l'unente Nado fece a lo scrittore Mucciolo, la grande discussione sulla violenza di "Ratti" che scrisse Mr.Blue, la media dei giudizi che esprimemmo su vari racconti, le sanse scazzottate che io ho fatto in anni di questo forum, sapreste che il meglio, dei racconti che sono arrivati qui, sono venuti da quel clima. Qui, se una cosa non piace non viene nemmeno letta, e se piace si dice "bravo, mi hai fatto sognare" e basta. Non è lo Zam in cui è nato e cresciuto il mio nick Leon8oo3, non è così che funzionava dovrebbe funzionare un forum letterario, non è così che io penso ed agisco e non è così che intendo restare. Sono anni che faccio il moderatore di questo forum. Da quando ha riaperto, ammetto, non ho frequentato, anche perché mi sembrava che fosse privo di quella magica spinta che mi ricordo. Se devo arrivare al punto di ammettere che il posto in cui ho conosciuto persone meravigliose è definitivamente morto, con dolore, ne celebro il funerale ed appendo quei ricordi in una parete come una vecchia fotografia. Se invece quel luogo è ancora vivo lo vedremo. Ma tra poco proporrò dei provvedimenti per aumentare la nostra utenza. E se funzioneranno, spero che si potrà aumentare il livello...

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Mio padre era un uomo arrabbiato e divertente. Quando non beveva faceva la corte a qualche donna non proprio raccomandabile che puzzava di sigaretta e non sempre, per giunta, aveva fortuna. Quando non pensava né al bere né a scopare si trovava immerso in qualche casino con il lavoro. Cambiava spesso impiego, era litigioso, dal carattere irsuto come il pelo di un cagnaccio randagio, con un senso dell'umorismo tutto suo che si esaltava improvvisamente nei momenti più strani. Non usciva quasi mai nulla di buono da una sua nuova occupazione e spesso lo si poteva vedere mentre cercava negli annunci mettendo cerchi in quelli meno qualificati, che erano i più interessanti per lui: aveva più volte fatto il cameriere, il magazziniere, aveva lavorato negli alberghi, nei centri commerciali, in ditte di pulizie. Sembrava farlo apposta ad ubriacarsi nei momenti sbagliati, a fare casino e spesso era costretto a prendere la porta a volte in maniera tutt'altro che dignitosa. Ma aveva dei contatti, alcuni suoi amici che venivano da quella che lui chiamava la sua "vita di prima", lo tenevano in grande considerazione nel campo editoriale. Gli mandavano manoscritti da leggere, da commentare, da perfezionare, faceva sinossi, scartava materiale, spesso si era trovato a decretare l'uscita di un autore che nessuno conosceva. Il più delle volte se lo vedevate seduto di fronte al suo tavolino con una bottiglia di vodka a portata di mano, faceva una faccia sofferente e sembrava invecchiare di vent'anni tutto di colpo colpo. Odiava quegli scatoloni che sembravano perseguitarlo ovunque andasse, ma era l'unica cosa che lo teneva lontano dalla totale indigenza, quei quattro soldi che alcuni incravattati dirigenti e creatori di collane editoriali gli davano per fare il lavoro al posto loro. Molti facevano affidamento sul suo talento e alcuni gli pagavano regolarmente piccoli anticipi per un romanzo che, si diceva stesse scrivendo. Faceva anche traduzione in Spagnolo e inglese. Aveva il suo bel da fare, ma nessuna fretta di farlo. Era capitato che, nel suo spostarsi, potasse con sé una quantità di averi nella media di una persona comune. In altre occasioni i suoi averi si contenevano comodamente in una valigia sola. Ma con lui, che fosse ai limiti della vita da strada o attraversasse un periodo buono aveva sempre qualche busta, qualche scatola o un plico portadocumenti, con del lavoro da fare per "quei maiali", come li chiamava lui. In molti mi hanno detto che era bravo nel suo lavoro ma io non saprei che dire in merito. Di certo non era un bravo padre, non di quelli che potevano dirsi pronti al ruolo. Non era del tutto colpa sua comunque, la sua strada, come quella di tutti, del resto, era stata una continua peregrinazioni di scelte obbligate, sbagliate o giuste. Anche se il confine tra il giusto e sbagliato è notoriamente inesistente e alla fine tutto ciò che ci rimane sono le conseguenze del tutto casuali di ciò che ci accade.
Sono nata il giorno della festa della donna del 1993, già allora, da piccola, il colore dei miei capelli era rosso quasi come quelli di mia madre che li aveva solo un po' più tendenti al biondo, un docile rosso miele che sembrava un fuoco di quelli buoni, tranquilli, che non fanno danni. Ma di danni, mia madre non aveva mai smesso di farne. Prima di  finire il liceo si era messa a convivere con un uomo molto più grande di lei. Lui era uno che aveva i soldi, gli piaceva vivere bene, ma era un tipo tranquillo tutto sommato. Non aveva proprio l'aria del pappone. Solo che pare, almeno questo mi hanno raccontato, che fosse un po' maniaco a letto. Insomma, gli piaceva il gioco pesante ed aveva quasi cinquant'anni. Cominciava ad avere una età in cui si suppone che la gente vera dovrebbe avere già una famiglia, una casa, una vita regolata. A lui i soldi per la casa e la vita regolata non gli mancavano di certo, e ne aveva così tanti di soldi che, si scoprì in seguito, di famiglie non aveva né una né due, ma contando l'idillio avuto con mia madre si arrivava a tre, perché aveva la moglie, l'amante ufficiale con tanto di figli al seguito e anche la giovanissima mantenuta, che era mia madre. E in un certo senso, mia madre, che aveva appena compiuto diciotto anni, era la sua donna ideale. In realtà era stata la donna ideale di tanti e i suoi famigliari, mia nonna in testa, mi hanno chiuso la porta in faccia quando ho cercato di sapere qualcosa sul suo conto. Semplicemente non se la vogliono ricordare. Quella vecchiaccia mi ha guardato dallo spioncino della porta per tutto il tempo e ho avuto ben il tempo di dirgli che ero sua nipote, ma niente. Anzi, poco prima di chiudere la porta mi aveva lasciato uno sguardo come se rivedesse in me un fantasma schifoso. Un po' esagerata la stregaccia di merda non credete? La casa di mia madre era grande, sembrava di quelle delle famiglie per bene, mi hanno detto che mio nonno che era morto tempo prima aveva un negozio di abbigliamento ma presto ne aveva aperti altri tre, diventando un marchio molto importante nella nostra provincia. Aveva formato una famiglia grande, quattro figli in tutto, tra cui, la più piccola, mia madre, era il loro gioiello. Finché non ha ritenuto in maniera del tutto arbitraria di darla via, il tutto contro il parare dei suoi genitori e fratelli, che ben presto la screditarono in famiglia. A quel tempo aveva quindici anni appena da fare, e già era stata pizzicata più di una volta in garage di casa sua, in un aula appartata della scuola, nei bagni di una discoteca pomeridiana da i suoi parenti che la seguivano sempre. Una volta era la madre a beccarla, per esempio, nel bagno della stanza degli ospiti con un ragazzo di diciassette anni che scappò via rapidissimo e mia nonna gli disse solo "ma non hai un po' di dignità?". Altre volte era il fratello, nel giardino davanti alla scuola, nel garage invece la beccò il padre che cercò di tenere la cosa nascosta per un po'. Ma sua madre lo venne a sapere, e furono altri silenzi, altri sguardi di disapprovazione. Perché pare che mia nonna fosse così, non sgridava, non diceva nulla. Eppure lasciava sguardi che serpeggiavano freddi e crudeli, lasciava quelli e una sentenza secca. Come quello sguardo che aveva lasciato a me che avevo solo la colpa di somigliare fisicamente a mia madre. Ebbene questa famiglia si concentrò morbosamente sulla sua biografia sessuale, anche se lei pare non dicesse nulla a nessuno o quasi. In realtà una sua amica, l'unica che ha accettato di parlarmi, mi ha detto che lei con i ragazzi ci andava ma non a letto. Giocava. Penso che a quell'età lo facciano tutte, solo che lei era più convinta delle altre che non ci fosse nulla di male. Insomma, cresceva con il marchio della mignotta e alla fine, quando cominciò ad avvicinarsi ai diciotto deve aver pensato: dite che sono mignotta? e allora che mignotta sia. E lì, non l'ha più fermata nessuno. Ma i genitori adesso facevano finta di non sapere niente. Pensavano si potesse recuperare e comunque temevano di muovere troppo le acque per paura che lei facesse una scenata. Solo mio nonno pare dicesse in giro cose tipo "mia figlia è una ragazza che piace" per difenderla "vorrei vedere se voi foste giovani e belli come lei cosa fareste". Ma lo diceva sempre lontano da mia nonna, altrimenti sarebbe stata la fine. Poi un giorno, la videro tornare da scuola con un macchinone, accompagnata da un signore molto più grande di lei, che di anni ne aveva fatti da poco diciotto. Lui era evidentemente sopra i quaranta. Scandalo tremendo in casa, mia nonna prese la decisione di cacciarla. Meglio di così per il tizio non gli poteva andare. Stava per arrivare l'estate e mia madre andò a vivere da lui, che la portava a Ponza in barca e la riempiva di soldi. Quella fu il periodo più bello della vita di quell'uomo, mentre per mia madre sembrava tutto normale, perché la sua bellezza giustificava tutto, secondo lei. Non gli importava niente che la gente la guardasse e gli leggesse mantenuta scritto in faccia ovunque andassero. La famiglia gli aveva dato della mignotta sempre, ormai era abituata. Era bella, eccome. Erano felici, lui la portava in giro, gli fece girare l'Europa e andarono anche negli Stati Uniti. Naturalmente in gran segreto perché lui era sposatissimo, perché la moglie e l'amante ufficiale erano gelose. Lei riceveva tutto con quella tipica indolenza delle mantenute belle e intelligenti, ma sapeva anche apprezzare il contributo che lui dava per la sua formazione. Pagava per lei il fior fiore delle università private. Aveva disposto un conto per la sua formazione di prestigio. Aveva anche un appartamento a disposizione a Roma. Tutto questo durò un anno, mia madre e il suo amante ci stavano dando dentro in un camera d'albergo a Venezia, dove spesso passavano lussuosi fine settimana tutto buona cucina, bei paesaggi e scopate. Lui, ve lo dicevo prima, era uno di quelli che non si accontentavano del sesso normale, doveva sempre fare di più. Mia madre era legata al letto, costretta in posizione prona con il culo all'aria e lui ci dava dentro da dietro, e beveva e ci dava dentro e l'atmosfera non poteva essere delle migliori. All'improvviso lui ha tirato la testa all'indietro, ha allungato un braccio come se volesse prendere qualcosa sul tetto e poi è stramazzato a terra senza un rumore in più. Lei, in qualche modo, riuscì a liberarsi dalle corde e lo raggiunse. Lui disse solo "non chiamare nessuno, sono morto".
Pare poi che sia riuscito a dire solo un'ultima cosa. Disse "povera piccola". E morì sul pavimento dell'albergo, nudo come era nato. Se fosse buono o cattivo quell'uomo non lo giudico. So solo che alla sua morte i suoi soldi sembrarono svanire del tutto. A quanto pare era cosciente del fatto di essere malato di cuore, si era fatto liquidare di nascosto un sacco di proprietà, e si era goduto la vita, quegli ultimi anni pazzi. Di certo aveva usato le persone, mia madre compresa, ma aveva anche pagato per tutto. Forse riteneva di non avere avuto il tempo di essere una persona migliore. Appena lui morì le due donne stabilmente nella vita di quell'uomo (la moglie e la prima amante) cercarono di prendere tutto quel che c'era, ma era come raccattare le monetine al volo. Il suo patrimonio era disposto in mille rivoli di spese da saldare, spuntavano debiti, tutto era in disordine. Aveva lasciato solo dei soldi da parte per i figli di primo e di secondo letto. Mia madre viveva ancora in quell'appartamento di Roma dove si ritrovò sola, con quelle due che gli mandavano lettere di minaccia, cartoline di avvocati, la aspettavano sotto casa. Una delle due gli mandò anche un tizio che la riempì di botte. Quella sera si contò i lividi in faccia, il dente scheggiato, gli occhi anneriti dall'ematoma e prese al decisione: doveva andarsene.
Anni dopo mia madre era nel pieno di un tracollo, la sua famiglia non la voleva, era impossibile che si conservasse qualsiasi lavoro, smise di studiare, ma quello in fondo non aveva mai cominciato a farlo per cui poco male. Non era una persona autosufficiente, non lo era mai stata. Un giorno, anni dopo un tizio prese a seguirla. Erano stati insieme per un po', lei si era stancata, aveva altro per la testa. Ma questo tizio continuava a seguirla, a dirgli che se non fosse tornata con lui l'avrebbe uccisa, che se la vedeva con un altro la strozzava e tutto il campionario dello stronzo maniaco. Lei era terrorizzata, non osava uscire di casa neanche per fare la spesa con tutte quelle storie di donne che venivano ammazzate davanti agli occhi della famiglia e lei invece era sola come un cane, ma non poteva rimanere in casa pero sempre. Era sola, non aveva un lavoro, nona aveva di che pagare l'affitto  per giunta questo simpaticone si era messo a pedinarla. Se lo trovava di fronte nei momenti più strani. All'inizio era gentile, diceva che si erano incontrati per caso, le chiedeva come stava. Ma poi i loro incontri casuali furono troppo frequenti e lei mangiò la foglia. Gli incontri successivi furono sempre più violenti, finché lui non cominciò a minacciarla di brutto. Insomma, c'era di cui avere paura. Prese una corriera e andò dalla sua famiglia per cercare aiuto solo dopo che la polizia gli fece capire che non potevano fare molto per aiutarla. La scena me l'ha raccontata uno dei miei zii, fratello maggiore di mia madre, l'unico che abbia accettato di parlarmi. Lei era arrivata di sera, in casa c'era una specie di ricevimento. Si festeggiava l'apertura di un nuovo punto vendita e un altro di questi miei zii avrebbe approfittato della serata con amici e parenti per annunciare il suo fidanzamento ufficiale con conseguente matrimonio. In casa non c'erano più foto di mia madre. Lei era presente in molti quadretti fotografici, cornici piccole e grandi e aveva anche un suo ritratto. Ma questo fu prima della sua partenza. Da allora, la sua cameretta era stata svuotata, molte isole di immagini poco significanti costellavano le pareti di casa dove tutto invece sembrava aver avuto una sua armonia. Le foto di famiglia, quelle di prima erano come sparite. Mia nonna aveva avuto un culto per le immagini di famiglia, ci teneva tanto, ce n'erano anche alcune in negozio, addirittura. Ma per la sua figlia puttana non ci fu più posto. Scomparve il grande ritratto di famiglia che la mostrava, insieme ai suoi fratelli splendida diciottenne. Via le foto da bambina, il ritratto, finì in soffitta solo perché a dipingerlo fu un pittore bravo guai a buttare via qualcosa di valore. Mia madre aveva solo 22 anni, e già era uno spettro come quelli delle case infestate, con un quadro in soffitta immalinconito dalla polvere e dall'oscurità. In quella serata nessuno avrebbe menzionato il suo nome, come accadeva da tempo sotto lo sguardo severo della nonna che tutto vedeva. (...dovrebbe continuare)

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Utenti di Zam
« il: Luglio 26, 2012, 02:35:13 »
Anche perché a me, del Karma, non me ne frega una beneamata...ci si può pure passare la giornata a mettermi negativo... :dharmainiziative:

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Utenti di Zam
« il: Luglio 25, 2012, 18:00:40 »
Figuriamoci se rispondo a chi lancia questo sasso
sol leggendoti, son già caduto in basso
l'ultimo mio augurio è che tu a dorso di mulo
intraprenda il lungo viaggio che la porta dritta a...

ha capito la rima?
 dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas dharmas

Guarda che non si sconvolge nessuno , se vuoi che ti mandi un curriculm me devi pagà! E' arrivata la sbirra (o lo sbirro, vai a capire con questi troll). Se non ti va, cambia aria...banana...(da oggi per me sei l'utente Banana...)  :Ppp:


:killbanana:

(Ps: ma tutti o quasi che leggo qui dentro mi dicono "gne gne, perché non fai così anche con gli altri gne gne...ma basta con sta lagna, che io son uguale con tutti...)

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Utenti di Zam
« il: Luglio 25, 2012, 11:24:48 »
Sembra di stare nella Firenze del Rinascimento, dove si guerreggiava a suon di versi, non sempre eccelsi...passiamo ai versi? questa ha una struttura? se sì, quale? Lo chiedo sinceramente, non sono un esperto, quindi domando.


Certo  devon esserci, tra gli utenti, (rima)

persone poco colte e poco intelligenti…(rima)

 che si diverton a diletto (rima) e per dispetto (rima)

a creare karma negativi, (rima)                                         (e questooo??)  e forse per crear zizzania ?

Oh… ma che cattivi !(rima)

Cose orribili si nascondono nelle menti e nei cuori (rima)

di questi sedicenti scrittori ! (rima o similitudine...diciamo più o meno rima)



Sapete quando a scuola spiegavano quella cosa delle struttura delle poesie?

ABAB oppure
ABBA oppure
AABB Oppure e via dicendo? Che struttura dovremmo accreditare a questa poesia? Sinceramente lo chiedo.

Si direbbe:

AABB e va benissimo, ma dobbiamo inserire una frase che non c'entra niente quindi è:

AANBB dove N sta per "NONCENTRANAMAZZA". Poi:


"Certo  devon esserci, tra gli utenti, " un verso intero, sei parole
"persone poco colte e poco intelligenti…" secondo verso in rima, altre sei parole
"che si diverton a diletto e per dispetto" rima completa in un verso intero... :sbav: otto parole
"a creare karma negativi, e forse per crear zizzania ?" pura follia fatta da nove parole, senza rima, senza senso e con l'aggancio per la rima successiva a metà della frase...puro genio dharmas.
"Oh… ma che cattivi !" barcollando passiamo da nove parole senza rima a quattro con la rima da metà della frase precedente...
"Cose orribili si nascondono nelle menti e nei cuori" altre nove parole, tanto per non perder ela mano...e poi "cose orribili" che esagerati!!! :prtr:
"di questi sedicenti scrittori !" non so se son sedicente oppure no, ma il senso di questo poetare non lo so... :mah: :dsew: dharmas

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 24, 2012, 20:29:05 »
 :top: eccerto è sempre colpa mia.... dharmas

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Fantasy / Re:Umbra foglia nera
« il: Luglio 24, 2012, 14:52:42 »
grazie mille

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Sempre una bella penna...e un ottima matita.  :)

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 24, 2012, 14:49:50 »
 :tumble: dopo cotanto sfogo, ci si sente più soli nel silenzio...





Qui siamo costretti ad aprire una bella parentesi sugli aforismi e sul significato della mia critica...ma prima, i Baci Perugina. La definizione "frase da cioccolatino" dovrebbe già essere risolutiva. Fermo restando che lei non è: "Ovidio, Dante, Goethe,Hugo, Foscolo, Heine, Ovidio, Stendhal o Proust" sono costretto a ricordare che la Perugina, come azienda, ha più volte incoraggiato i suoi consumatori a inviare delle "frasi d'amore" che poi sono state inserite nei loro cioccolatini, inoltre, nella "vasta letteratura" della "biblioteca" Perugina, ci sono molti autori anonimi. Arrivo al punto. La cultura che ha generato i versi di uno qualsiasi degli autori sopra citati è assolutamente immensa. La frase d'amore, il più delle volte, altro non è che l'estrapolazione da un concetto più vasto, fatto per giunta da chi conosceva il contesto. C'era quindi conoscenza attiva di chi scriveva e quella passiva di chi leggeva a riportava il testo. Da sempre (non da oggi) poi, esiste un vero sottobosco letterario, che ritiene di non avere bisogno di tutto quel passaggio per fare altrettanto. E qui arrivo all'aforisma, come per le frasi da cioccolatino, ecco che, se l'aforisma diventa un genere che si regge sulle proprie gambe, abbiamo dei problemi. Wilde ed Hesse da te citati hanno la loro bella biblioteca alle spalle. Una pagina scritta è generata da dieci lette (tanto per dare una proporzione). Wilde ha scritto immense opere teatrali ed anche un bel romanzo, Hesse è Hesse. Gli aforismi, sono estrapolazioni o concetti brevi di questi autori, residui di opera, come un orafo che che perdere frammenti d'oro durante la lavorazione. Poi, può prenderli tutti, metterli insieme e vedere cosa ne emerge ma lavorare sulla polvere d'oro è una cosa che può fare solo chi ha forgiato davvero tanto. Per questo, l'aforista, in genere, è un millantatore. Perché si nasconde dietro l'effetto della frase, non avendo fatto nulla per il senso. Il critico da me citato "il mio geniale critico" ovviamente, non criticava i grandi autori che hanno fatto la storia della letteratura, della parola scritta in genere e che hanno usato "ANCHE" l'artificio retorico dell'aforisma per esplicitare qualcosa. Ma contro coloro che usano l'aforisma come genera letterario. Sì, forse anche contro di Lei, ed è per questo che si sente così toccato, e corre dai mostri sacri perché la proteggano. Tanto più grandi di lei, che nemmeno si possono accorgere che si sta facendo ombra alle loro spalle. Detto questo, ecco che rivela la vera natura di un comportamento. Io mi nascondo dietro un autore che conosco, gli posso affidare un concetto, farmi schermo della loro saggezza. Ma per fare questo li devo leggere, capire, saper interpretare o almeno contestualizzare. Insomma, l'aforista si rivela sempre di più nei comportamenti, e in genere (mi ero dimenticato di dirlo sebbene non sia il primo che incontro) è anche piuttosto suscettibile. L'aforista ha frainteso la brevità del messaggio, e non ha visto quanto è difficile far nascere un fiore.


Con questo concludo con le frasi da cioccolatino e aforismi vari e passo alla mia misera persona:  dharmas

"Caro Leon, ho notato che la tua età ti permette di essere, anche con qualche leggera forzatura,  la mascotte, il simpatico alunno discolo che   con le sue zingarate  e marachelle mantiene frizzante l’ambiente e forse questo ti rende giustamente ben accetto. Tutto serve."

Ma vede, questa sua affermazione mi costringe a vantarmi. Una cosa e non volevo fare era proprio parlar di me, ma chiamato in causa, devo pur dire qualcosa:

Sono sempre contento di essere bene accetto quando la cosa è possibile, ma sono orgoglioso di dire che in questo forum, per il quale anche tu hai manifestato orgoglio di appartenenza, c'ero prima di te, e di tanti altri presenti. Questo non leva nulla a nessuno, sia chiaro, ma prima di sentirmi "allegra mascotte" qui dentro, penso che dovrò morire e resuscitare sotto forma di coniglio pasquale. Questa tua errata considerazione ti porta a pensare che il mio sia un atteggiamento ad effetto "La critica non deve necessariamente scendere a livelli infimi per acquistare autorevolezza. La tv spazzatura non è un esempio da seguire, anche se  all’inizio paga" ma ora che conosci la verità, dovrai per forza riconoscere che non è così. Del resto questo forum era molto più "secco" un tempo, ma vedo che ci siamo molto ammorbiditi. Per quanto mi riguarda, io amici ne ho, se leggo qualcosa dico liberamente, da lettore, quel cavolo che ne penso e se l'autore se la prende, per me può andare a prendersela anche altrove (in tutti i sensi). Se una cosa invece mi piace sono felice di poterlo dire, e di poter incoraggiare l'autore a proseguire, magari trovando nuove strade sempre per migliorare. Il fatto che lei ritenga che io credo di essere"l'unico poeta degno di questo nome" mi suggerisce che lei va cercando nella mia critica l'argomento consolatorio dell'invidia ("questo fa il poeta e non ammette il poetare altrui). Ma questo pensiero non la consoli, perché io poeta non sono ma ritengo comunque che la sua poesia sia mediocre, quando non scadente. Che ci posso fare? devo mostrare dei titoli accademici? non credo. Devo essere Hesse? non credo...devo leggere e dire ciò che ne penso, e lei è libero di prenderne atto oppure no. Di modificare le sue azioni oppure ritenere che la mia è solo una opinione fuori dal coro. Anche in quel caso, mi permetto, vada vedere quanta "educazione" c'è in un complimento breve ("bravissimo, mi hai fatto sognare" per esempio) che non è quasi analisi, ma solo vana partecipazione. Del resto, lei ignora e spara sentenze su cose personali o di cui, ovviamente, non può sapere nulla. Non può sapere che la foto del mio profilo è solo l'immagine che per lungo tempo ho usato per un mio vecchio e poco seguito blog a cui ero però affezionato. Si chiamava "l'Untore" e quella era l'immagine che raccontavo dell'untore moderno in un contesto moderno. "merda, merda e merda" è invece la citazione da un libro non proprio di nicchia "La Versione di Barney" che mi vanto di aver letto 5 volte prima che si immaginasse di farne un film, per altro non riuscitissimo. Per tanto sì, lei è spocchioso, perché ritiene di poter giudicare da pochi elementi presenti in un forum l'umanità culturale di una persona (non dico neanche la cultura, ma proprio ritiene di poterne giudicare l'esperienza, il che è spassosissimo). Lei non crede che il buon Vitruvio e il suo uomo mi dicano qualcosa ma, fortunatamente, ai livelli di chi vuol esser milionario o il Trivial ci sono arrivato anche io, seppur con parecchie mancanze, ma nel corso della mia giovane ed inutile esistenza, ho avuto anche la fortuna di conoscere persone che su questo argomenti potrebbero istruirla non poco, e qualcosa lo hanno detto pure a me. Non sono un tuttologo, non so tutto di tutto, ma sono in grado di interpretare il mio gusto. Quella poesia non mi convinceva e quasi sempre so il perché una cosa non mi piace (non sempre). Ho la mia sensibilità culturale, sono una persona con delle esperienze e non un inerme testa vuota che sta in balia delle sue cialtronate. Si legga l'Arte della Guerra (o se li rilegga) per capire come ci si comporta in empatia con chi non si conosce, vedrà che dalla pratica teorica dello scontro, forse potrà anche imparare a relazionarsi con gli altri e anche, ad accettare una critica con garbo . Detto questo, mi permetta, ma la frase "incatenata con catene di burro" è veramente una di quelle cose che meriterebbero una lettura preliminare di un trattato di scatologia per poi arrivare ad avere i  termini e le impressioni giuste per definirla E adesso non mi venga a dire che pure Carmen Consoli ha usato l'espressione "parole di burro" perché sarebbe un colpo basso per me, lei e la stessa Carmen Consoli.

Tanti saluti e baci.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Attimi
« il: Luglio 22, 2012, 15:33:45 »
In genere cerco di motivare le mie critiche, ma in questo caso posso solo dire che non mi convince. Ma ma fa pensare, mi costringe a cercare un senso. E' già un valore per una poesia così breve. Posso solo dire che non i convince, ma non so perché, ma da il senso di quei sogni in cui non si riesce a camminare o a correre. "ma poi mi rialzo" da un senso positivo al tutto...

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Introspettivo / Re:Il sogno del torturatore.
« il: Luglio 21, 2012, 02:57:57 »
Grazie Bruné...Nihill, forse li conosco bene e perseguo il contrario...:) :rose:

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 21, 2012, 02:45:08 »
A proposito...la preghiera fatta con sufficienza non serve a cancellare la sufficienza di nessuno, mentre gli aforisti non godono, per quel poco che vale, di nessuna stima da parte mia, visto che sono coloro che (e qui aforeggio pure io  :Ppp: ) "con una manciata di parole vogliono far concorrenza a un libro intero, e con un piccolo libro a una biblioteca". La frase è geniale e non mia...questo mi rende un buon aforista...o almeno più sopportabile...Aspetto la sezione "anch'io aforeggio" dove certamente non avrai rivali...

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