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Post - esantemik

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Il limite più grande, e si sa che la grandezza è un limite per i limiti, di chi non comprende le scritture considerate frutto di rivelazioni spirituali, dei diversi popoli che le considerano, proprio per questo, sacre, è costituito dall'incapacità di vederne le valenze simboliche applicabili ai vari aspetti in cui la vita può essere considerata. Chi mette sullo stesso piano un tostapane e la Divina Commedia è portato, dal suo bisogno di semplificare la realtà al fine remoto di riuscire a comprenderla, è portato dicevo a non saper distinguere le attribuzioni di significato con cui le sacre scritture espongono i diversi aspetti interpretativi dai quali l'esistenza può essere considerata. Rivolgendo l'attenzione a Caino e Abele si possono osservare diverse implicazioni date dall'essere il primo, Caino, presentato come un agricoltore, mentre il secondo, Abele, era un pastore. Ecco mostrato il rapporto, attraverso il simbolismo degli atti accaduti, e poco importa la loro veridicità storica, che sottolinea le diverse disposizioni e applicazioni risultanti dall'essere stanziali oppure nomadi, dei popoli. Non sento la necessità di dover approfondire in questa sede l'argomento, tanto più che nel procedere storico degli avvenimenti, si capisce facile come Caino finisca col sopprimere Abele anche nella relazione simbolica che mostra la società delle città prendere il sopravvento sulla vita senza confini dei popoli nomadi.

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Ma no, cosa vai a pensare, invece hai centrato perfettamente il senso della faccenda. Infatti i valori rappresentati da babbo natale sono esattamente sovrapponibili al discorso della montagna che fece Gesù, e sul quale tutte le scritture delle varie tradizioni del pianeta convergono in pieno accordo. Avanza solo la panza di babbo natale che sulla montagna senza renne proprio non riesce ad arrampicarsi, ma quando porta le caramelle e i doni ricorda Gesù quando disse che non era venuto a portare la pace, ma a dividere i figli dai loro genitori e i mariti dalle proprie mogli. Okkey, non ci sarà la sorpresa per quanto si riferisce al Cristo, considerato che la fatica da lui fatta allora oggi non sarebbe così grandiosa, nel dover allontanare tra loro i fruitori degli affetti famigliari, ma babbo natale a tutt'oggi non si riesce proprio a criticarlo, a causa del proverbio sul cavallo donato. Quello che, da tutto questo, è difficile non considerare è quanto non somiglino, il credere e il non credere, al conoscere.

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Affidarsi ai giudizi espressi da altri, e alle letture fatte da altri, è sempre manovra che comporta dei seri rischi, per chi si lascia sopraffare così facilmente dal proprio orgoglio.  ;D

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È sempre preferibile, quando si vuole irridere una concezione, soprattutto se questa è di ordine religioso, metterla sul ridere esplicito, piuttosto di quello sottilmente invadente che sferra calci spacciandoli per carezze. Di gran lunga migliore è stato lo sketch di Troisi su un San Giuseppe che diceva alla Madonna: — Non penserai che mi sia bevuto la storia del Piccione, vero?—

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Quella di essere un troll è accusa che sempre muove chi non è all'altezza di rispondere efficacemente, facendolo attraverso la propria intelligenza, in modo da inchiodare alle proprie responsabilità chi non è stato assistito, nel suo straparlare, dall'intelligenza, ma ancora non se ne è accorto. Non è lecito accusare di essere un troll chi non si è capaci di far tacere con argomenti indiscutibili. Che ci state a fare in un forum se non siete capaci di relazionare per vie intelligenti e di minor attrito?

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Ma come? Non eravate donnine immuni all'arrabbiatura? Ohh... poverelle... vi ho fatto perdere la calma serafica con la quale ritenete di avere il diritto di offendere il credo altrui, definendo sproloquio ogni tentativo, dialetticamente impostato nella massima correttezza, al fine di imporre il vostro esclusivo punto di vista? Ohh... come sono affranto dal vostro soffrire, lo stesso che ha motivato la cancellazione dei miei commenti dando modo, al mio orgoglio, di esaltarsi nella consapevolezza che ha portato il Cristo ad ammirare il panorama di Gerusalemme da una postazione certamente scomoda, ma tanto commisurata e adatta alla situazione... Saluti bellezze e, mi raccomando ancora, lasciate le cose dell'intelletto che non sono alla vostra portata di comprensione, e procuratevi dei bei ferri del due o del tre, incrociateli al posto delle spade spuntate che avete in mano, al fine di sferragliare delle belle e calde calzette di lana che tengano in caldo il cervellino al quale obbedite ciecamente...  ;D ;D ;D

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Se Saramago s'intendesse di libertà dovrebbe, innanzitutto, rispettare la libertà di culto altrui evitando di prendere per il culo chi interpreta l'esistenza in modo diverso dal suo. L'ho detto che, per me, era una buona persona, diversamente da voi codarde, e, per di più... sensibili personcine, frustrate e piene di veleno. Delle Santanché rivoltate e rivoltanti. Quando non si hanno ragioni né argomentazioni ci si nasconde, come avete fatto, dietro le faccende domestiche oberanti. Fate la calzetta che è più alla vostra portata di comprensione, se proprio non vi riesce altro. ;D ;D ;D

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Io avevo scritto una risposta al tuo commentare ed è stata definita sproloquio. Tu, nihil, hai mostrato di condividere quel giudizio, ed è stato singolare perché il mio scritto era chiaro e semplice. Se non ne si coglie il senso si possono chiedere chiarimenti, ma porsi come avete fatto voi due è, oltre che una forma di maleducazione, anche un fingere di essere stupidi.
Mi dispiace doverlo dire, ma troppo spesso il modo che hanno alcune donne di mettersi sempre in ragione è viscido e crudelmente gelido. Millenni di sopraffazione subita dai maschi non giustificano questa finta debolezza prepotente. Saramago, nello scritto che ha dato via a questa discussione odiosa, ha toccato argomenti che meritano un confronto dialettico e non gli insulti di chi, come avete fatto voi due, non intendono mettere in discussione i loro preconcetti. Nessun altro utente del forum è intervenuto qui, e questo mi sussurra, con alito pesante, che siete una comunità di persone vili e opportuniste.

P.S: TRADUZIONE in parole meno contorte per persone meno dotate:
Andate tutti affanculo (ndt)

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Ecchesaràmai... perdonatemi voi, piuttosto, di non essere riuscito a stramazzare delle ovvietà tanto da renderle accessibili alle menti (si fa per dire) di un paio di voi che, essendosi gasate dal saper scrivere pensierini, pensano che tutto debba essere ridotto a quelle condizioni...  ;D

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Equivarrebbe a uno stravolgere l'esposizione, degradandone il contenuto a un livello così basso da non farla più somigliare a se stessa. Il mio scritto era la risposta a nihil, e non uno sproloquio privo di senso; anche uno stupido avrebbe dovuto capirlo. È, questa richiesta di abbassamento di significati, in linea con l'inclinazione intellettuale di chi crede essere la propria intelligenza frutto di un'aggregazione cellulare, mentre è il suo esatto opposto. Naturalmente queste sono condizioni che non ho il pelo di affrontare, data l'impossibilità di essere compreso. Per questo la mia uscita dal forum si è resa necessaria e inderogabile. Saluto tutti.

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Non vedo cosa c'entri tutto questo sproloquio con Saramago.

Ho iniziato il vangelo secondo gesù cristo proprio in questi giorni, a bocconcini. Spero mi duri il più a lungo possibile.

Il fatto di non capire un discorso autorizza a chiamarlo sproloquio solo quando si hanno argomenti migliori da contrapporgli o critiche circostanziate da fare, altrimenti è un offendere fatto da bambini poco intelligenti.

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La verità è come l'acqua quando è costretta da un contenitore, e il contenitore ha la forma che gli è concessa dai pregiudizi che l'hanno costruito. Quando il contenitore si spezza la verità continua a obbedire alla propria natura liquida, che la porterà in una nuova gabbia pregiudiziale che la costringerà nell'essere sicura di sé, inconsapevole dei limiti che impone alla libertà. È per questo che la liquidità sta a proprio agio solo dove può scorrere, e per lasciarla scorrere è necessario non appropriarsene attraverso il pensiero e le intenzioni. Quando un individuo comunica col Centro di sé, nella conoscenza dei princìpi universali dell'esistenza, quell'individuo non ha più idee proprie, né formula ipotesi. Non può più farlo perché conosce i princìpi dai quali tutto procede. Solo in questo caso la verità resta ciò che è in realtà: uno scorrere sempre diverso della stessa e unica liquidità che obbedisce alle leggi della liquidità. Leggi che quando sono riferite alla realtà si chiamano princìpi universali, e valgono per tutto l'esistente, oltre a valere per Ciò che all'esistente è superiore.

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Altro / Re: Imbarazzi logici
« il: Giugno 01, 2011, 20:34:38 »
La "Non Esistenza" non è il contrario dell'esistenza, ma esclusivamente un artificio reso necessario dalle limitazioni date dalla consequenzialità del linguaggio. È per queste limitazioni che si è costretti, per esempio, a dire che una realtà non appartenente all'esistenza, in quanto causa dell'esistenza, "È" superiore all'esistenza poiché ogni causa, anche all'interno della realtà relativa, non partecipa agli effetti che determina e da questi non può essere modificata. Il fuoco non può modificare la natura del calore che lo determina. Così si è obbligati a usare analogie riferite a dimensioni spaziali, e per questo limitate all'estensione, se si vogliono dare immagini come sono "al di sopra di" o "al di fuori di" una certa altra realtà. Immagini che, per le limitazioni implicite al linguaggio, non potranno dare nulla più di una pallida ombra del concetto che si vorrebbe illustrare. Dicevo che il "Non Essere" non è in opposizione all'Essere, perché contiene in principio e in fieri tutte le possibilità che ha l'essere di realizzarsi. La stessa concezione di Dio a rigore non dovrebbe definirlo come "esistente", in quanto costituendo la ragione d'essere dell'esistenza Dio non vi parteciperà che per riflesso capovolto, rientrando come la Realtà che "è" in ciò che si è costretti, per mancanza di elementi, a chiamare il "Non Essere". L'Assoluto non può "esistere", perché l'esistere è una affermazione e, come ogni altra affermazione, determinerebbe una limitazione che l'Assoluto non può avere senza perdere, come conseguenza, l'assolutezza. Per le stesse ragioni l'universale, che tutto include, non può avere correlativi. Infatti è al generale che si oppone il particolare. Ora capisco che questo mio discorrere, che per molti è un inutile disquisire di cose inconsistenti e fumose, possa annoiare mortalmente, e non è mia intenzione dilungarmi oltre in questi discorsi che sono tanto inutili quanto pericolosi a farsi, e non ci sarebbero neppure ragioni per farli al di fuori dello scrivere per far passare un tempo che potrebbe essere impiegato più proficuamente ridendoci sopra, anche se, magari, non proprio a crepapelle, considerato che verrà un momento in cui questo ordine di cose sarà davanti alle coscienze di chi, guardando storto il prete, si chiederà se è lì per lui...

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Cassonetto differenziato / Re: Perchè scrivete?
« il: Giugno 01, 2011, 17:54:15 »
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Saramago era una buona persona, ma non basta essere buoni per guadagnare l'accesso alla consapevolezza universale.
Quello che a Saramago è stata negata è la coscienza che la Libertà, quella assolutamente priva di costrizioni limitative, deve essere guadagnata attraverso il riconoscimento del proprio destino di Libertà che, per realizzarsi, deve percorrere le sbarre della prigionia che è asservita al fine liberatorio, centrale alla circonferenza della vita. È questa una Libertà che libera anche dall'esistenza condizionata. Non è un annullarsi, ma un dilatare le possibilità contenute in potenza nell'essere che si libera dell'essere, superandone le contingenze.
È detto: "Come goccia d'acqua su pietra infuocata non si dissolve, ma amplia al massimo le proprie possibilità, uscendo dalla condizione acquosa che l'aveva costretta ad assumere forme non sue".

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