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Letteratura che passione / Re: Saramago, Il vangelo secondo Gesù Cristo
« il: Giugno 07, 2011, 09:35:40 »
Il limite più grande, e si sa che la grandezza è un limite per i limiti, di chi non comprende le scritture considerate frutto di rivelazioni spirituali, dei diversi popoli che le considerano, proprio per questo, sacre, è costituito dall'incapacità di vederne le valenze simboliche applicabili ai vari aspetti in cui la vita può essere considerata. Chi mette sullo stesso piano un tostapane e la Divina Commedia è portato, dal suo bisogno di semplificare la realtà al fine remoto di riuscire a comprenderla, è portato dicevo a non saper distinguere le attribuzioni di significato con cui le sacre scritture espongono i diversi aspetti interpretativi dai quali l'esistenza può essere considerata. Rivolgendo l'attenzione a Caino e Abele si possono osservare diverse implicazioni date dall'essere il primo, Caino, presentato come un agricoltore, mentre il secondo, Abele, era un pastore. Ecco mostrato il rapporto, attraverso il simbolismo degli atti accaduti, e poco importa la loro veridicità storica, che sottolinea le diverse disposizioni e applicazioni risultanti dall'essere stanziali oppure nomadi, dei popoli. Non sento la necessità di dover approfondire in questa sede l'argomento, tanto più che nel procedere storico degli avvenimenti, si capisce facile come Caino finisca col sopprimere Abele anche nella relazione simbolica che mostra la società delle città prendere il sopravvento sulla vita senza confini dei popoli nomadi.