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Pensieri, riflessioni, saggi / Le donne al Festival di Sanremo
« il: Febbraio 14, 2023, 16:12:53 »
Anche nell'edizione di Sanremo 2023 abbiamo assistito alla sfilata di belle e giovani donne nel ruolo di "co-conduttrici", precisamente quel ruolo che un tempo, non ancora sospetto di maschilismo, veniva chiamato da "valletta".
Ultimamente, oltre a non chiamarsi più vallette, queste graziose e giovani signore si esibiscono in seriosi proclami progressisti, mentre i maschietti conduttori, spesso attempati e felici di esserlo, si sforzano nel ruolo anche di comici.
Bene, però non si può certo affermare che il Festival di Sanremo non sia più maschilista, perché vorrei finalmente vedere un'edizione con due conduttrici, una di 80 anni, e l'altra di 60 nel ruolo di conduttrici scherzose, affiancate da giovani e bellissimi co-conduttori che si alterneranno nel corso delle serate mostrando muscoli e pettorali e citando goffamente solo nome del cantante e titolo della canzone, magari deliziando la loro presenza con qualche breve predica progressista sull'uomo oggetto costretto a mostrarsi sempre prestante; o dell'esigenza di esprimere il proprio lato gay; del ragazzo padre; del marito tradito e abbandonato ridotto al lastrico e che, con un rivolo di pianto, confessa che da anni non vede più i suoi figli dopo la separazione.
Ultimamente, oltre a non chiamarsi più vallette, queste graziose e giovani signore si esibiscono in seriosi proclami progressisti, mentre i maschietti conduttori, spesso attempati e felici di esserlo, si sforzano nel ruolo anche di comici.
Bene, però non si può certo affermare che il Festival di Sanremo non sia più maschilista, perché vorrei finalmente vedere un'edizione con due conduttrici, una di 80 anni, e l'altra di 60 nel ruolo di conduttrici scherzose, affiancate da giovani e bellissimi co-conduttori che si alterneranno nel corso delle serate mostrando muscoli e pettorali e citando goffamente solo nome del cantante e titolo della canzone, magari deliziando la loro presenza con qualche breve predica progressista sull'uomo oggetto costretto a mostrarsi sempre prestante; o dell'esigenza di esprimere il proprio lato gay; del ragazzo padre; del marito tradito e abbandonato ridotto al lastrico e che, con un rivolo di pianto, confessa che da anni non vede più i suoi figli dopo la separazione.