Scrittura creativa
Libri e Lettura => Letteratura che passione => Topic aperto da: Platino - Marzo 02, 2018, 21:24:54
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Ho la fortuna di avere tra le mani e leggere, questa pubblicazione degli anni della guerra, ringraziando uno dei più esperti storici e conoscitori (nonostante la giovane età) della famiglia Mussolini, il mio collega di lavoro, amico e piacevolissimo interlocutore Massimo G. . Estratto dalla sua cassaforte, dato a me in fiducia, essendo appassionato di aeronautica, visto che è un libro unico, raro, pochissime copie oramai in circolazione, valore incalcolabile. L'autore ha fatto parte della storia italiana, sebbene in senso negativo. Parla al figlio Bruno, deceduto in un disastro aereo, da collaudatore della Piaggio, sul P108. Un figlio, attratto come il padre, dal volo. Un' immagine di Benito lontana dall'essere un Duce, lontana dai fasti, lontana dall'essere indistruttibile, granitico, fermo. Qui, non voglio tirare in ballo la politica, solo un padre che ha perso un figlio a cui era affezionato. Scorrendolo a piccoli sorsi, non è semplice da capire tra le righe, non posso che dire, bello.
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Vedo che l'argomento è ostico. Perché non riconoscere un padre orfano di un figlio, cercato, amato e credo voluto, per meri argomenti politici o storici... Vi invito, perché su INTERNET ci sono copie integrali a leggere Benito padre, papà, uomo in fondo....
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Amare un figlio è naturale, struggersi per la sua scomparsa lecito anche a chi mandò a morire i figli degli altri
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Purtroppo spesso ( o forse sempre ) nei dittatori, anche i più feroci, c'è una sorta di scissione dell'io per cui nella vita privata, nei rapporti familiari e più stretti, appaiono totalmente diversi, umani, affettivi e accattivanti. Mi sono sempre chiesta come il popolo tedesco avesse potuto amare e osannare un Hitler, orribile dittatore nonché sterminatore. Le ragioni naturalmente meritano ben altra analisi e sono molteplici, ma non va dimenticata questa capacità di scindersi e apparire diversi secondo l'interlocutore e nei vari contesti. Riguardo a Mussolini e al suo preteso amore paterno, però, ricordiamo che ha avuto il coraggio di far internare a vita il figlio Benitino , da far sparire in quanto frutto di una importante relazione poi rinnegata per non incorrere nell'ostilità aperta con la moglie donna Rachele : la quale, nonostante le innumerevoli circa, ha sempre tenuto la posizione e messo alle strette con ferrea determinazione contadina il marito Duce....
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Donna Rachele , su un libro scritto anche a quattro mani da una nipote che ho avuto modo di leggere, affermava sempre, tradotto dal genuino dialetto romagnolo che era sempre, comunque il suo uomo e marito. Amanti o meno, sempre suo. Anche quando è ritornato a pezzi sparsi, definitivamente a Predappio (FC).