Scrittura creativa
Scrittura creativa => Anch'io Scrivo narrativa! => Altro => Topic aperto da: victor - Ottobre 06, 2011, 23:01:54
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15 anni – Il giardino e la macchina
La campagna che mio padre aveva comprato quando io sono nato e andava trasformando in agrumeto di tanto in tanto veniva ingrandita con l'acquisto di nuovi pezzi di terreno limitrofi. Per questo motivo era un cantiere continuo: si dissodava la terra, si sistemavano le terrazze, si costruivano i canali di irrigazione, si piantavano gli alberi.
Quasi tutte le domeniche mio padre andava in campagna per controllare e sovrintendere a questi lavori e dare le direttive a massaro Alfio per quello che gli operai dovevano fare la settimana successiva. Mio padre era un vulcano di idee e di operosità, oltre al suo lavoro professionale (e lavorava tanto) si occupava di tante cose: ha ricostruito la casa che era stata notevolmente danneggiata dalla guerra, badava a trasformare la campagna di mia madre, ma il suo cantiere infinito era il giardino, era la sua passione, lo ampliava, lo modificava, lo trasformava continuamente, senza fermarsi mai.
Una digressione: a quei tempi io frequentavo il quarto ginnasio ed ero seminterno in collegio: cioè entravo la mattina ed uscivo la sera dopo aver completato tutti i compiti. Una sera, era tardi e buio, mentre tornavo a casa mi si avvicinarono due ragazzi, più o meno della mia età, forse un poco più grandi e mi dissero “dammi i soldi”. Soldi in tasca non ne avevo e lo dissi loro. Poiché cominciavano a strattonarmi reagii e mi misi a gridare. Si aprì qualche porta e qualche finestra, così loro spaventati fuggirono. Raccontai l'accaduto a casa e dal giorno dopo mio padre la sera mandava il suo autista a prendermi con la macchina. Così cominciai a imparare a guidare nel cortile del collegio che era molto spazioso. Feci rapidamente molti progressi. La macchina era una delle mie tante passioni.
Dunque, la domenica mio padre andava in campagna e mi portava con se. Come ho detto io lo seguivo con piacere e con interesse. Un giorno si ruppe una conduttura di ferro che forniva l'acqua per irrigare, per cui si manifestò un'emergenza e si doveva ripararla con urgenza. Gli operai erano impegnati e mio padre si rivolse a me dicendo “tieni le chiavi della macchina, nell'officina c'è la cassetta con i ferri, portala subito qui, porta anche tutti i ferri che trovi... ma con calma e senza correre...”
Fui sorpreso per le sue parole, non sapevo che lui era a conoscenza del fatto che guidavo la macchina, sicuramente l'autista lo aveva informato e ritengo, anche, che lo avesse informato sulle mie capacità di guida che erano abbastanza buone. Presi la macchina e camminando lungo la strada interna dell'agrumeto andai a prendere tutto l'occorrente per la riparazione. Da quel momento, anche se ero molto giovane, mio padre mi faceva spesso guidare la macchina dentro la strada interna della campagna, anche quando lui saliva sulla macchina, facendo finta di essere stanco.
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era un padre consapevole che i figli crescono e vanno solamente responsabilizzati con delicatezza. abow
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Se Raymond Carver avesse mai tenuto un diario, sarebbe stato così...
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Immagino che Raymond Carver sia il tuo scrittore preferito.
Il tuo commento mi lusinga moltissimo …
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