Recensione George Orwell La vera storia del grande fratello
George Orwell di Gloria Caccia Sono i tre slogans del Grande Fratello che tutto vede e tutto sa perché i suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case: LA GUERRA E’ PACE LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’ L’IGNORANZA E’ FORZA Tre slogan che sintetizzano meravigliosamente la struttura di una dittatura, qualsiasi dittatura. Nel caso del geniale romanzo di George Orwell " 1984", una delle più belle e illuminanti letture che si ha la fortuna di poter fare, è quella del Socing – il Socialismo Inglese- in cui tutto è permesso, tranne pensare. Sarebbe tanto ingenuo domandarsi se la stessa regola valga forse anche per un programma televisivo che sceglie per sé un nome tanto inquietante? Forse si, perché quando l’idiozia è tanto esposta alla luce del sole può darsi che idiozia non sia, ma stratagemma commerciale, trovata giocosa che scherza col fuoco con tanta leggerezza da mostrarsi semplice, diretta, allegra, affinché ogni critica risulti così sempre un po’ esagerata. Nel 1984 di Orwell il mondo è diviso in iperstati simili (inquietantissimo particolare dato l’evidente annullamento delle differenze ideologiche tra la superpotenze) e in guerra tra loro, si ha quindi un Ministero della Verità pronto ad occuparsi di stampa (continuamente sottoposta a censura), divertimenti, scuola e arte, uno della Pace che ovviamente si occupa della guerra, quello dell’Amore che mantiene l’ordine e fa rispettare le leggi (inevitabile qui il ritornare con la mente a "l’Italia dell’amore contro l’Italia dell’odio"…) e il Ministero dell’Abbondanza che cerca di barcamenarsi tra i disastri economici che la continua guerra procura e di cui a farne le maggiori spese sono i Prolet (la classe proletaria). Ogni giorno ci sono poi gli impegni di lavoro, i divertimenti offerti dalla TV di propaganda (!) e i Due Minuti d’Odio (in un "confessionale" collettivo?), per il resto del tempo era opportuno mantenere un’espressione di tranquillo ottimismo per non destare sospetti di rivolta alla Psicopolizia. Apocalittica ed estrema la visione dello scrittore inglese, celebre anche per "La fattoria degli animali", certo, peccato che poi, andando avanti nella narrazione, si legga della Neolingua, un comodo idioma sempre più impoverito, del tipo fisico ritenuto ideale dal Partito –tutti perennemente giovani, tutti alti, muscolosi, pieni di vita e di energia, sempre abbronzati, tutti senza preoccupazioni-, dei figli fecondati solo artificialmente, della Lotteria, il gioco settimanale cui i Prolet affidano tutte le loro speranze di vita Goerge Orwell scrisse " 1984" nel 1948, e credo che questo basti a mettere i brividi. Chi non ha brividi se li faccia venire leggendo, o rileggendo, la storia di un uomo che cerca di ribellarsi semplicemente amando e pensando, iniziando cioè a riflettere sul fatto che "non era col farsi udire, ma col resistere alla stupidità che si sarebbe potuto portare innanzi la propria eredità di uomo".
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