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Recensione Yasunari Kawabata Giappone, il bellissimo e me stesso.
Il discorso durante la premiazione del Nobel nel 1968.
"In primavera, boccioli di ciliegi, in estate il cucù.
In autunno la luna, ed in inverno la neve, chiara, fredda"
"La luna invernale viene dalle nuvole per tenermi compagnia.
Il vento è pungente, la neve è fredda."
Il primo di questi poemi è del prete Dogen (1200-1253) ed ha come titolo "Spiriti innati". Il secondo è del prete Myoe (117-1232). Quando mi chiedono campioni di calligrafia, sono questi poemi che spesso scelgo.
Il secondo poema porta un dettagliato resoconto delle sue origini, questa è una spiegazione del cuore del suo significato: "Nella notte del dodicesimo giorno del dodicesimo mese dell'anno 1224, la luna era dietro alle nuvole. Sedetti in meditazione Zen nella Kakyu Hall. Quando arrivò l'ora della mezzanotte, terminai la meditazione e discesi dalla sala sul picco al quartiere più in basso, quando mi avviai le luna uscì da dietro le nuvole e la neve luccicò.
La luna era la mia compagna, e neanche il lupo ululante nella vallata mi faceva paura. Quando, usci dai quartieri bassi , la nuvola era ancora dietro le nuvole. Quando la campana stava segnalando la veglia di tarda notte, tornai verso il picco, e la luna mi vide sulla strada. Entrai nella sala di meditazione, e la luna inseguendo le nuvole, stava per sprofondare dietro al picco e mi sembrò che mi stesse tenendo una segreta compagnia."
Puoi leggere o ascoltare la continuazione del discorso in inglese o giapponese su nobelprize.org
Traduzione di Beat Blue.
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