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Il decennale della morte di Alba De Céspedes

Pubblicato il 13-11-2007


Ricorrono domani i dieci anni dalla morte di una delle protagoniste del novecento letterario italiano. Alba De Céspedes è riuscita ad esprimere la soggettività femminile durante il regime mussoliniano, grazie anche all'editore Arnoldo Mondadori.

Di madre italiana, figlia di Carlos Manuel de Céspedes Quesada (ambasciatore di Cuba in Italia, mentre il nonno paterno, Carlos Manuel de Céspedes del Castillo, era stato il primo presidente del paese centro-americano), crebbe in una famiglia politicamente impegnata. Bilingue (parlava tanto la lingua italiana quanto quella lingua spagnola), scrisse prevalentemente i suoi lavori in italiano.

Pubblicò la prima raccolta di racconti brevi - L'anima degli altri - a ventiquattro anni di età; seguirono poi le collezioni di poesie che continuò a pubblicare fino al 1976.

Il suo primo romanzo è del 1938 - Nessuno torna indietro - pubblicato per i tipi di Arnoldo Mondadori Editore. A Mondadori la legava una solida amicizia e l'editore, in più occasioni, fece da cuscinetto al carattere determinato e talvolta spigoloso della scrittrice, sostenendola sempre nei momenti più difficili, o quanto meno di tensione, come ad esempio quando il regime fascista arrivò a censurare proprio il suo primo romanzo chiedendo il ritiro delle copie. L'azione non andò a compimento grazie alla ferma, argomentata ed efficace opposizione della casa editrice milanese[citazione necessaria].

Il personaggio femminile del romanzo delinea una donna scaltra, mentalmente autonoma, certamente diversa dall'immagine idealista e un po' stereotipata della donna sottomessa, abile solo alla riproduzione proposta dal regime fascista. Il successo del libro, nonostante le oggettive difficoltà, varcò i confini nazionali ponendosi fin da subito come un best-seller di caratura internazionale.

Nel 1940, de Céspedes pubblicò il romanzo Fuga, e nel 1943, a Bari, durante la seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza come voce radiofonica con lo pseudonimo di Clorinda.

Nel 1944 fondò la rivista letteraria Mercurio, che si avvalse fin dalle prime pubblicazioni delle firme di Alberto Moravia, Ernest Hemingway, Massimo Bontempelli, Sibilla Aleramo. A corredare i testi erano i disegni di Mino Maccari, Toti Scialoja e Renzo Vespignani.

Nel primo dopoguerra la scrittrice ebbe modo di conoscere diversi esponenti del mondo letterario dell'epoca, da Paola Masino ad Anna Santi, Maria Bellonci, Ottiero Ottieri, Elio Vittorini, Vitaliano Brancati, Aldo Palazzeschi e Corrado Alvaro.

Alla chiusura del Mercurio, avvenuta alla fine del 1948, inizia a collaborare al settimanale Epoca curando una rubrica dal titolo Dalla parte di lei. Scrive anche per il quotidiano La Stampa di Torino e si dedica quasi totalmente, tra il 1949 e il 1963, alla scrittura di nuovi libri: Dalla parte di lei (1949), Quaderno proibito (1952), Prima e dopo (1955) e Il rimorso (1962), critica pungente della classe intellettuale all'epoca assai in auge.

De Céspedes pubblica nel 1967 a Parigi (dove si era trasferita dal 1960) La bambolona e scrive, in francese, Sans autre lieu que la nuìt (1973), tradotto nell'italiano Nel buio della notte (1976). Dà alle stampe anche una raccolta di poesie: Le ragazze di maggio (1970).

Da diversi suoi libri e da sue sceneggiature sono stati tratti film (come ad esempio, Le amiche, del 1955, diretto da Michelangelo Antonioni) e riduzioni teatrali: l'ultimo romanzo a cui la scrittrice stava lavorando - Con gran amor, Con molto amore, dedicato a Cuba e a Fidel Castro - è rimasto incompiuto per la scomparsa della scrittrice, avvenuta a Parigi all'età di 86 anni.

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