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Biografia Louis-Ferdinand Céline
Louis-Ferdinand Céline
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Louis-Ferdinand Céline (1894-1961), pseudonimo di Louis-Ferdinand Destouches, si guadagnò una fama continentale impressionante con la pubblicazione di Voyage au bout de la nuit, pubblicato nel '32 e celebrato dalla critica come una svolta decisiva nella narrativa novecentesca. Le gravi ferite di guerra riportate nel '18, il cinismo e l'obbiettività dissezionista derivatigli dalla professione medica (al pari, e più, di quanto accade a Gottfried Benn)collaborano a edificare un marketing epico, che scatena la figura di intellettuale scomodo e controcorrente: per Céline è un marchio a fuoco che lo distingue fino all'ultimo dei suoi giorni. Louis-Ferdinand Céline nacque a Courbevoie, sulla Senna. Crebbe a Parigi, dove la madre, negoziante, si trasferì presto, mentre il padre continuava a fare l'assicuratore nel paese di nascita di C. Per il buon L-F. era pronta una carriera commerciale e, in effetti, in àmbito commerciale operò dapprima. A 18 anni, tuttavia, avvenne un evento destinato a cambiare la vita di Céline. Richiamato alle armi dall'esercito francese, il futuro scrittore riporta gravissime ferite e viene congedato: le menomazioni a un braccio saranno permanenti. Céline ottiene un impiego all'ufficio francese dell'immigrazione a Londra. Nel 1916 parte per un incarico commerciale in Camerun: rientra in Francia dopo avere contratto la malaria e la dissenteria. L'anno dopo sposa Suzanne Nebout, ma il matrimonio non viene registrato all'anagrafe francese ed è quindi nullo. Meglio così: nel 1919 Céline sposa un'altra donna, Edith Follet, il cui padre instrada il giovane verso lo studio della medicina. A L-F. la scienza medica schiude paradisi intellettuali. Accoglie entusiasta il nuovo verbo e si laurea alla Sorbona nel 1924. Due anni più tardi si conclude rovinosamente il matrimonio con la Follet. Inizia un periodo ramingo per Céline, ora impiegato presso la Società delle Nazioni: è in Svizzera, Camerun, Stati Uniti, Cuba, Canada. Dal 1931 opera come chirugo a Clichy. Dal 1932 si impone la sua statura di scrittore. Debutta nel 1932 con il Voyage, che esalta contemporaneamente il pubblico di destra e di sinistra: una contraddittoria lettura che accompagnerà le opere di Céline anche dopo la sua morte. Le polemiche intorno all'autore e ai suoi romanzi riempiono le cronache letterarie francesi, infiammano gli spiriti e lasciano intatto il cinico disincanto dello scrittore. Il pamphlet antiamericano e antisovietico Mea culpa è destinato a rincarare la dose. Il personaggio pubblico Céline è ricercato e aborrito, vituperato e accolto con onori ovunque posi il piede (già mezzo claudicante). Pacifismo e antisemitismo sono le due coordinate su cui lavora il Céline anteguerra e che gli meritano due condanne presso i tribunali francesi. In Bagatelles pour un massacre la tesi complottista e antiebraica raggiunge l'acme, colorando foscamente, da subito, il ruolo che l'intellettuale parigino ricoprirà durante il conflitto mondiale. Appelli anti-hitleriani si accompagneranno ad attacchi contro la media borghesia, accusata esplicitamente di "giudaismo", fino al punto che la sorte stessa di Céline viene a legarsi all'esito della guerra. Volontario medico per la marina francese, L-F. rifiuta sia la resistenza sia la collaborazione e lavora, deluso più che disilluso, alla clinica municipale di Satrouville. Terzo matrimonio: sposa la ballerina Lucette Almanzor. Dopo esser fuggito dalla Francia in compagnia della moglie Lucette Almanzor e del gatto Bébert, lo scrittore ha attraversato la Germania devastata dai bombardamenti degli Alleati trovando temporanea protezione a Sigmaringen, cittadina del Baden-Wurttemberg sulla sponda del Danubio che lo accolse insieme ad altri rifugiati. Questa è stata una semplice tappa del viaggio che lo avrebbe condotto in Danimarca, a sei mesi di carcere ed all’esilio. Céline ha ampiamente descritto questi drammatici capitoli della sua vita nella ‘Trilogia del Nord’. Rimarrà esule fino al '51, quando la Francia gli permetterà di tornare sul patrio suolo. Non è una vita facile quella che l'intellettualità francese riserva allo scomodo scrittore. Tutti i suoi lavori, da Féerie pour une autre fois I-II (1952-54) e D'un château a l'autre (1957) ricevono critiche stroncanti, fino all'esplicita censura per Rigadon. Il primo luglio 1961 Céline muore.

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