Biografia Luis Sepúlveda |
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Luis Sepúlveda è nato a Ovalle in Cile nel 1949; venuto al mondo già fuggitivo, come ama ricordare, perché partorito in un albergo durante la fuga d’amore dei suoi giovanissimi genitori. Viaggiatore e poeta, osservatore della realtà e sognatore, tradotto in quindici paesi, ha girato il mondo anche per conto dell'Unesco e di Greenpeace, lottando per i diritti dell'uomo e improntando la sua scrittura alle tematiche ecologiste. Ha cominciato prestissimo la sua attività di scrittore militante: a soli quindici anni entrò nella Gioventù comunista cilena, diffondendo i suoi racconti e poesie in riunioni sindacali, scioperi e manifestazioni. Fin da quel periodo ebbe rapporti difficili con la cultura ufficiale e intellettuale del suo paese, che aveva nei suoi confronti un atteggiamento snobistico, quando non proprio di attacco diretto. Ma il giovane Luis nel 1969 vinse comunque il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di racconti "Crónicas de Pedro Nadie", evento che lo divise ulteriormente dai connazionali accademici, ma che gli valse la stima di uno dei pochi autori cileni che sempre riconobbe tra i suoi punti di riferimento, Francisco Coloane.
Nei primi anni ’70 si dedicò completamente all’attività politica, primo punto di riferimento dei suoi scritti del periodo, divisi tra teatro, programmi radiofonici e qualche racconto. Divenne membro attivo dell'Unità Popolare Cilena e nel ‘73 entrò nella struttura militare del Partito socialista, diventando anche membro della guardia personale di Salvador Allende. Neanche dopo il colpo di stato che lo costrinse prima al carcere e alla tortura, poi, a partire dal ’77, all’esilio, il suo spirito combattivo si rassegnò, partecipando alla guerriglia di altri paesi sudamericani. In Ecuador visse direttamente il mondo degli Indios, dai quali imparò la lingua, l’essenza della vera libertà e il rispetto per i delicati equilibri del pianeta. Questa esperienza segnò i suoi destini di scrittore e di militante totale in favore di una natura saccheggiata. Anni più tardi, da quel periodo trasse il suo libro di maggior successo internazionale," Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". In seguito ha vissuto a lungo tra Parigi e Amburgo, e ora, dopo un periodo trascorso immerso nella natura della Foresta Nera, ha preso dimora a Gijón, in Spagna, dove si divide tra l'attività di scrittore e quella di ideatore e direttore del Salón del Libro Iberoamericano.
"Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" (Guanda Editore), libro che lo ha consacrato al successo, racconta infatti una storia poetica ambientata nella foresta amazzonica. Il secondo romanzo," Il mondo alla fine del mondo" (Guanda Editore), dedicato ai pescatori dell'Antartide, descrive le malie della natura, il fascino inevitabile delle balene che cantano, la follia distruttiva dell'uomo che non vuole ascoltare la voce del pianeta. Con "Un nome da torero" (Guanda Editore) Sepúlveda sposa la biografia al thriller, l'azione alla geografia sconfinata (un investigatore privato rincorre una cassa di monete d'oro nascosta in Patagonia da due soldati della Gestapo) e con "La frontiera scomparsa" (Guanda Editore) affronta la tematica autobiografica della lotta, dell'esilio, della libertà. Avventura e utopia tornano nel libro seguente, "Incontro d'amore in un paese in guerra" (Guanda Editore), raccolta di racconti che spaziano nei labirinti della fantasia assoluta. Il leit-motiv della favola e della sua umanità si riverbera in tutte le opere dello scrittore, come in "Diario di un killer sentimentale "(Guanda Editore) e "Patagonia Express" (Feltrinelli), "Le rose di Atacama2 (Guanda Editore). Con "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" (Salani Editore), da cui è stato tratto il film d'animazione "La gabbianella e il gatto", diretto da Enzo D'Alò, Sepúlveda dipinge un delicato acquerello sul valore dell'amicizia e dell'uguaglianza, al di là delle razze e delle differenze. Nell’ultimo libro pubblicato per la Guanda, "Raccontare, resistere. Conversazioni con Bruno Arpaia", Sepúlveda si confida sul lato più avventuroso e intimo della sua vita: gli amici, gli incontri con i grandi scrittori come Francisco Coloane e Osvaldo Soriano, i momenti condivisi con i compagni, Hernan Rivera Letelier, Mario Delgado Aparain, Mempo Giardinelli e Mario Benedetti. Rivive i festival letterari, le occasioni d’incontro pubbliche e private tra Parigi, Santiago, Gijon, Guadalajara, Roma e le tante province italiane che ha visitato. Suo interlocutore Bruno Arpaia, egli stesso scrittore e conoscitore della letteratura sudamericana.
Nel 2000 ha partecipato al Seminario organizzato dal Collegio dei traduttori del Premio Grinzane Cavour , esperienza che ha portato alla pubblicazione, del racconto "Le cose dell’amore".
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