Biografia George Orwell |
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Eric Arthur Blair (noto col nome di George Orwell) è nato nel 1903 a Motihari, in India, sul confine col Nepal, da una famiglia britannica di diplomatici e militari. Nel 1907, la famiglia Blair ritorna in Inghilterra. Incomincia un periodo di non brillantissimi studi per lo scrittore in erba George Orwell (tra l'altro, fu a Eaton), che per sua stessa ammissione ha sentito la vocazione letteraria intorno ai cinque anni. Dell'università, nulla gli importa. Nel '22 si arruola nella polizia indiana e presta servizio nel Burma. Il sistema sociale indiano, però, lo disgusta, e nel '27 ritorna a Londra. Qui inizia a studiare letteratura da autodidatta, con alfieriana determinazione. Non riesce a stare fermo, però. Va a vivere tra i poveri e gli homeless, poi si trasferisce a Parigi, a fare il lavapiatti, colmo di disprezzo per la bohème nullafacente. Ha, evidentemente, idee tutte sue sulla vita e sulla letteratura. Torna a Londra nel '29, di nuovo tra poveri e diseredati. A Parigi ha scritto un romanzo, intitolato Down And Out In Paris And London. Il manoscritto finisce in mano a un'agente letteraria, che lo piazza presso un editore. E' l'abbrivio di una carriera straordinaria. A Clergyman's Daughter (1935) e Keep The Aspidistra Flying (1936) sono i libri che Orwell, divenuto nel frattempo commerciante, completa negli anni successivi all'esordio. Sposatosi nel '36, parte per scrivere un articolo sulla guerra civile spagnola. Arrivato a Barcellona, però, prende contatti con una frazione marxista e decide di fermarsi in Spagna. Deve riparare in Francia, con la moglie, l'anno successivo, per evitare le persecuzioni. Nel '38 è còlto da una crisi di tbc ed è costretto a svernare in Marocco, dove attende alla stesura di Coming up for Air e, successivamente, lavora ad Animal Farm, la summa del suo credo socialista (un socialismo fabiano, tipicamente anglosassone). Dopo l'adozione di un figlio e la quasi contemporanea morte dell'adoratissima moglie, Orwell gira come inviato un po' per tutta Europa, prima di stabilirsi, in via definitiva, sulla costiera scozzese. Qui concepisce e scrive 1984, uno dei capolavori della letteratura novecentesca, dove ossessioni di dominio globale e alienazione di massa si incarnano nell'icona del Grande Fratello. 1984 è una meditazione rigorosa e profetica sugli esiti estremi del processo di globalizzazione che Orwell, a metà secolo, già vede già inscritto nel codice genetico del sistema capitalistico. Winston Smith, l'uomo comune che cerca di sopravvivere alla massificazione da tirannide, è l'ultima delle persone, uno spirito inerme che cerca di proteggere i residui di un'umanità pre-alienata, e soccombe a una fine ineluttabile e tragica, che si sviluppa all'ultima riga del romanzo orwelliano (insieme al Mondo nuovo di Huxley è una buona medicina spirituale per animi incantati dalle odierne bolle speculative ed entusiaste dal rap dei future). George Orwell è deceduto nel 1950.
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